17 ottobre 2025. Un venerdì nero ha scosso i mercati finanziari globali, innescato da una crisi di fiducia originata dal settore creditizio non regolamentato degli Stati Uniti. I timori di frode e l’erosione della qualità creditizia, manifestatisi con perdite a sorpresa presso le banche regionali americane, si sono rapidamente propagati, colpendo in modo chirurgico i listini europei e in particolare i giganti del Private Capital.
La catena del contagio ha lasciato a terra il DAX tedesco (-1.8%), il FTSE Mib italiano (-1.5%) e il FTSE 100 di Londra. Il panico è stato evidente: gli investitori hanno riversato 37 miliardi di euro fuori dal settore bancario pan-europeo in poche ore.
L’Innesco Oltreoceano: Frode e L’Allarme Banchieri
L’allarme è scattato con il fallimento di due società statunitensi, tra cui il fornitore di ricambi auto First Brands e il prestatore auto sub-prime Tricolor, quest’ultimo crollato tra accuse di frode. Questi eventi hanno puntato i riflettori sul Private Credit (PC), un’industria da 3 trilioni di dollari che opera nel “sistema bancario ombra” (shadow banking) e che è cresciuta esponenzialmente dopo il 2008, eludendo le restrizioni bancarie.
I timori si sono intensificati quando due banche regionali americane, Zions Bancorporation e Western Alliance, hanno rivelato perdite totali per circa 150 milioni di dollari su prestiti commerciali che si presumevano sicuri. La modesta entità delle perdite non ha tranquillizzato i mercati; al contrario, ha riacceso le tensioni. Il segnale era chiaro: la qualità del credito, dopo anni di tassi elevati, stava peggiorando in segmenti inaspettati dell’economia.
L’Affondo dei Giganti Europei del Private Equity
La risposta più acuta si è vista sui titoli dei gestori di asset alternativi europei, il cui modello di business dipende dalla liquidità e dalla salute del mercato del credito per realizzare gli exit (vendita di partecipazioni) e il fundraising.
–Intermediate Capital Group (ICG): Il colosso londinese del Private Credit è stato uno dei peggiori performer sul FTSE 100, con un crollo del 5.53% del valore azionario.
–EQT AB: Il gigante svedese ha visto le sue azioni scendere sotto la media mobile a 200 giorni, pur avendo registrato solidi exit per 19 miliardi di euro negli ultimi 12 mesi. Il titolo ha scontato il timore di un rallentamento del settore, amplificato dalla notizia che la raccolta lorda di fondi (2.1 miliardi di euro) è risultata nettamente inferiore alle aspettative di consenso (4.6 miliardi di euro). La fragilità nel fundraising riflette un trend più ampio, come il calo del 40% nella raccolta di Private Equity e Venture Capital in Italia nel primo semestre 2025.
Il Rischio Sistemico e la Necessità di Trasparenza
Gli eventi di ottobre 2025 hanno riportato l’attenzione sul rischio sistemico generato dall’interconnessione tra il Private Credit e il sistema bancario tradizionale. Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha lanciato un avvertimento sui rischi posti dalle istituzioni finanziarie non bancarie (NBFIs), stimando che l’esposizione delle banche globali a hedge funds e Private Credit ammonti a ben 4.5 trilioni di dollari.
La Banca Centrale Europea (BCE) ha evidenziato che le banche europee sono “significativamente esposte” ai fondi di Private Credit , fornendo loro finanziamenti e partecipando ai mercati secondari. Questa interdipendenza introduce un rischio di leva stratificata (layered leverage), rendendo più complessa la gestione del rischio per i regolatori.
La vicenda statunitense funge da prova di stress per la finanza globale. Mentre la volatilità sui mercati del corporate credit è tornata, con un aumento dei fallimenti tra le aziende americane a rating inferiore , i gestori sono costretti a una rigorosa selezione del credito in un contesto di incertezza. Il monito di Jamie Dimon, CEO di JPMorgan Chase, che aveva previsto una probabilità del 30% di una “grave correzione di mercato” nei successivi 6-24 mesi , sembra ora più rilevante che mai. Il messaggio dei mercati è chiaro: l’era della compiacenza nel credito privato è finita.