
La contrazione raggiunge il -31.5%, superando le già negative previsioni. La crisi è strutturale, guidata dal “gap di prodotto” e dai ritardi nella transizione ibrida. L’allarme dei sindacati sui 10.000 posti di lavoro persi.
I dati sulla produzione di Stellantis in Italia per i primi nove mesi del 2025 confermano il peggioramento della crisi industriale, superando le previsioni più pessimistiche. Secondo il report diffuso dalla FIM-CISL, la produzione totale (autovetture e veicoli commerciali) ha raggiunto appena 265.490 unità nei primi tre trimestri dell’anno, segnando un drammatico calo complessivo del -31.5% rispetto allo stesso periodo del 2024.
Questo declino aggrava la flessione già severa registrata nel primo semestre, che si attestava al -26.9% , dimostrando che la difficoltà non è congiunturale ma strutturale. Il segmento delle autovetture è il più colpito, con una contrazione del -33.6% nel primo semestre. Le stime sindacali prevedono che l’anno si chiuderà con circa 440.000 veicoli totali, di cui appena 250.000 autovetture.
Le Cause del “Gap di Prodotto”
La caduta dei volumi è direttamente collegata al “gap di prodotto” in atto: molti modelli più datati sono stati dismessi, ma le loro controparti ibride, destinate a fare da ponte verso l’elettrico, non sono ancora a pieno regime. Nonostante l’attesa per l’introduzione della Fiat 500 ibrida a Mirafiori, i sindacati avvertono che il suo impatto significativo sui volumi non si vedrà prima del 2026.
La crisi ha colpito indistintamente tutti i siti produttivi :
–Melfi ha registrato il tracollo maggiore nel primo trimestre (-64.6%) , in piena fase di preparazione per la nuova piattaforma multi-modello STLA Medium.
–Mirafiori, vulnerabile per l’eccessiva dipendenza dalla Fiat 500 elettrica (BEV) e per il crollo della produzione Maserati (-71.9% nel primo semestre) , ha dovuto estendere la cassa integrazione per circa 3.000 addetti.
Implicazioni Sociali e Richieste al Governo
Il forte calo produttivo ha conseguenze immediate sull’occupazione: quasi la metà della forza lavoro italiana del Gruppo è attualmente costretta a ricorrere a contratti di solidarietà e ammortizzatori sociali. La FIOM ha denunciato la perdita di quasi 10.000 dipendenti in Italia tra il 2020 e il 2024.
Di fronte a questa emergenza, i sindacati (FIM-CISL in testa) hanno richiesto al management di Stellantis una verifica puntuale degli impegni presi: 2 miliardi di investimenti negli stabilimenti italiani e l’obiettivo di raggiungere 1 milione di veicoli prodotti entro il 2030, anche se quest’ultimo resta legato all’andamento del mercato. La ripresa industriale, tuttavia, è dilazionata e non è attesa prima del 2026, quando le nuove piattaforme STLA e i modelli ibridi di massa dovrebbero finalmente entrare a regime.