11 ottobre 2025 – La giornata di ieri ha segnato un brusco risveglio per il mercato delle criptovalute, che ha subito una violenta contrazione a seguito delle dichiarazioni dell’ex presidente Donald Trump. La minaccia di imporre un “massiccio aumento” dei dazi sulle importazioni cinesi ha riacceso i timori di una guerra commerciale su larga scala, spingendo gli investitori a una rapida fuga dagli asset considerati più rischiosi.
Nelle prime due ore successive all’annuncio, il mercato ha visto evaporare oltre 125 miliardi di dollari dalla sua capitalizzazione totale, un calo di quasi il 3%. Questo sell-off iniziale è stato solo l’inizio di una giornata turbolenta che ha messo in luce la crescente correlazione tra gli asset digitali e i mercati finanziari tradizionali.
La Reazione a Catena sugli Asset Principali
L’impatto è stato immediato e diffuso, con le principali criptovalute che hanno registrato perdite significative:
–Bitcoin (BTC): La criptovaluta leader, che solo pochi giorni prima aveva toccato nuovi massimi storici, ha rotto quasi istantaneamente il supporto psicologico di 119.000 $, scendendo fino a toccare livelli inferiori a 117.000 $. Complessivamente, Bitcoin ha registrato un calo di quasi l’8%.
–Ethereum (ETH): La seconda criptovaluta per capitalizzazione ha subito un colpo ancora più duro, crollando sotto la soglia critica dei 4.000 $. Le perdite per Ethereum sono state superiori, attestandosi a circa il -12,7%.
–Solana (SOL) e Ripple (XRP): Le altcoin, percepite come investimenti a più alto rischio, hanno sofferto le perdite più pesanti. Solana è crollata del 16,4%, mentre Ripple (XRP) ha visto il suo valore diminuire di oltre il 17,6%.
Un Movimento “Risk-Off” Generalizzato
Il crollo non è stato un fenomeno isolato. Si è inserito in un più ampio movimento di avversione al rischio (“risk-off”) che ha colpito anche i mercati azionari, in particolare i titoli tecnologici. Le azioni di società legate al mondo crypto come Coinbase e MicroStrategy sono scese tra il 5% e il 10%, a dimostrazione che gli investitori hanno liquidato l’intero ecosistema degli asset digitali in modo coordinato.
A rendere la situazione ancora più drammatica è stata la cascata di liquidazioni nel mercato dei derivati, che ha superato la cifra record di 19 miliardi di dollari in 24 ore, amplificando la pressione al ribasso sui prezzi.
In questo scenario, l’unico bene a brillare è stato l’oro, il tradizionale bene rifugio, che ha guadagnato oltre l’1%. Questo ha evidenziato come, di fronte a una minaccia sistemica per l’economia globale, il mercato continui a preferire la stabilità storica dell’oro rispetto alla narrativa dell’”oro digitale” di Bitcoin.