
Il Gesto di Distensione che Calma i Mercati
La tensione nella guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina ha toccato un picco inedito per poi allentarsi bruscamente il 17 ottobre. Il Presidente Donald Trump ha dichiarato in un’intervista a Fox Business che l’ulteriore inasprimento tariffario, con l’aggiunta di dazi al 100% sui prodotti cinesi, non è “sostenibile” e che le due potenze devono raggiungere un “accordo equo”.
Questa dichiarazione, che ha parzialmente placato i timori di una guerra commerciale totale, ha avuto un effetto immediato sui mercati. Le borse, che avevano subito forti cali a seguito della minaccia, hanno recuperato terreno velocemente. Trump ha anche confermato che incontrerà il Presidente cinese Xi Jinping in Corea del Sud, un incontro che aveva messo in dubbio la settimana scorsa.
Il Contesto: L’Escalation su Terre Rare e Tecnologie
L’inversione di rotta di oggi arriva dopo giorni di intensa escalation, che hanno riportato le relazioni bilaterali ai livelli di massima frizione.
L’ultima scintilla è stata accesa da Pechino. All’inizio di ottobre, il Ministero del Commercio cinese ha inasprito le restrizioni sull’esportazione di minerali di terre rare , materiali critici fondamentali per l’industria ad alta tecnologia, dai semiconduttori ai componenti militari. La Cina, che domina circa il 90% della lavorazione globale di questi minerali, ha giustificato la mossa citando motivazioni di sicurezza nazionale.
La reazione di Washington è stata immediata e drastica. Trump ha definito le restrizioni cinesi “estremamente ostili” e ha risposto minacciando l’imposizione di un dazio aggiuntivo del 100% su tutte le importazioni cinesi a partire dal 1° novembre. Tale tariffa si sarebbe aggiunta a quelle già esistenti (che, secondo il Peterson Institute for International Economics, erano in media al 58% al 25 settembre) , spingendo il costo totale dei dazi su molti prodotti oltre il 130%. Parallelamente, gli Stati Uniti hanno minacciato controlli sull’export di “qualsiasi e tutti i software critici” verso la Cina.
La Cina ha replicato a sua volta sanzionando alcune sussidiarie statunitensi e difendendo il suo approccio come legittimo , accusando gli USA di “bullismo unilaterale” e ribadendo che “nessuno vince in una guerra commerciale”.
L’Analisi: I Dazi Estremi Sono un’Arma a Doppio Taglio
Il ritiro dalla minaccia del 100% rivela la natura insostenibile di un’escalation così estrema.
–Rischio Economico Interno: Un dazio del 100% si sarebbe tradotto in un aumento catastrofico dei costi per le imprese e i consumatori americani. Gli studi economici indicavano che l’intera struttura tariffaria 2025 avrebbe già comportato un aumento dei prezzi al consumo del 2.9% nel breve termine. Raddoppiare i dazi avrebbe provocato un’impennata inflazionistica ingestibile e un freno al PIL, minando la stabilità economica interna.
–La Scadenza Legale: L’intera politica tariffaria di Trump è appesa a un filo legale. L’Amministrazione sta facendo appello contro una sentenza che ha dichiarato incostituzionali i dazi imposti in base all’International Emergency Economic Powers Act (IEEPA). L’udienza della Corte Suprema sul caso è fissata per il 5 novembre. Minacciare dazi al 100% pochi giorni prima di una sentenza che potrebbe invalidare l’intero impianto tariffario è un rischio insostenibile, che ha spinto Trump a cercare un accordo negoziale prima della scadenza della tregua tariffaria esistente, fissata per il 10 novembre.
Il vertice tra Trump e Xi Jinping in Corea del Sud si preannuncia come l’ultima e più critica opportunità per stabilire una nuova tregua. L’obiettivo immediato non è tanto risolvere le questioni strutturali (come i sussidi cinesi o la proprietà intellettuale), ma disinnescare la bomba tariffaria per evitare un rallentamento economico globale strutturale. Trump cerca un “accordo equo” che garantisca la fornitura di terre rare, mentre Pechino esige l’annullamento delle restrizioni tecnologiche statunitensi.