Tokio, Ottobre 2025 – L’annuncio del Presidente Donald Trump riguardo a un investimento di oltre 10 miliardi di dollari da parte di Toyota Motor Corporation in nuovi stabilimenti automobilistici negli Stati Uniti, rilasciato in occasione del suo incontro con il Primo Ministro giapponese Sanae Takaichi, non è una semplice notizia economica, ma un atto di alta diplomazia commerciale. Questo maxi-investimento, infatti, è il prezzo che l’azienda giapponese deve pagare per assicurarsi l’accesso al cruciale mercato nordamericano e mitigare la minaccia di tariffe punitive.

Il Contesto: Dazi e Diplimazia
L’annuncio è avvenuto martedì 28 ottobre 2025, a bordo della portaerei USS George Washington in Giappone, con Trump che ha citato direttamente il Primo Ministro Takaichi come fonte del piano di Toyota. Questo contesto insolito sottolinea il valore primario della notizia come strumento politico.
L’investimento è il sottoprodotto dell’accordo commerciale bilaterale strategico firmato nel settembre 2025, in base al quale il Giappone si è impegnato a investire circa 550 miliardi di dollari negli Stati Uniti entro la fine del mandato presidenziale di Trump, in settori critici come semiconduttori, minerali e intelligenza artificiale.
In cambio di questo massiccio impegno finanziario, gli Stati Uniti hanno accettato di abbassare la tariffa minacciata sulle auto e sui pezzi di ricambio giapponesi. Inizialmente l’Amministrazione Trump aveva ipotizzato un dazio del 25%, ma l’accordo lo ha ridotto a una tariffa di base del 15% sulle importazioni giapponesi.
I 10 Miliardi: Costo di Conformità o Nuove Risorse?
La cifra di 10 miliardi di dollari citata nell’accordo è particolarmente significativa perché rispecchia quasi perfettamente il costo stimato dei dazi per Toyota.
Solo nell’anno fiscale 2025/2026, Toyota aveva previsto un calo dei profitti operativi di circa 9,5 – 10 miliardi di dollari (1,4 trilioni di yen) a causa delle tariffe. La correlazione stretta suggerisce che l’investimento non è un’espansione ex novo, ma la riprogrammazione di un costo fiscale in un costo di capitale. In altre parole, Toyota sta trasformando la perdita potenziale dovuta ai dazi in un asset produttivo, internalizzando la produzione per neutralizzare il rischio fiscale futuro.
Toyota ha già un massiccio piano di investimento in corso per l’elettrificazione negli USA. Dal 2021, l’azienda ha destinato oltre 18,6 miliardi di dollari alle sue operazioni manifatturiere negli Stati Uniti. Gran parte di questi fondi è indirizzata al Toyota Battery Manufacturing North Carolina (TBMNC), un impianto di batterie da circa 13,9 miliardi di dollari la cui produzione è prevista per il 2025.
Questi piani sono essenziali per la conformità all’Inflation Reduction Act (IRA), che lega gli incentivi per i veicoli elettrici alla localizzazione della produzione in Nord America. L’annuncio dei “10 miliardi” da parte della politica serve quindi ad agglomerare i piani di spesa esistenti e necessari, offrendo a Trump una vittoria tangibile e assicurando al contempo la stabilità tariffaria.
In sintesi, l’investimento di Toyota da $10 miliardi è il prezzo strategico per mantenere l’accesso al mercato statunitense e garantire che i suoi futuri veicoli elettrici e a batteria siano idonei agli incentivi federali, cementando la sua posizione come un produttore “domestico” essenziale.