L’agenzia S&P Global Ratings ha confermato il giudizio ‘BBB+’ con outlook stabile per l’Italia, allineandosi a una visione di rinnovata fiducia condivisa anche da Fitch e Moody’s. A sostenere la valutazione sono la stabilità politica e la resilienza economica, ma l’enorme debito pubblico e le debolezze strutturali frenano la corsa verso un rating superiore.

L’Italia incassa un’altra importante conferma della sua credibilità sui mercati internazionali. S&P Global Ratings ha mantenuto invariato il rating sul debito sovrano a ‘BBB+’ con prospettive stabili, un giudizio che consolida la percezione di un Paese in una fase di ritrovata solidità. La decisione non è un fulmine a ciel sereno, ma l’ultimo tassello di un mosaico che vede le principali agenzie di rating convergere su una valutazione più ottimistica del futuro economico italiano.

Un Coro di Fiducia dalle Agenzie

Il verdetto di S&P segue un trend positivo inaugurato dalla stessa agenzia lo scorso aprile con una promozione a ‘BBB+’ e rafforzato poche settimane fa da Fitch, che ha alzato il proprio giudizio allo stesso livello, citando una “maggiore fiducia nella traiettoria di bilancio”. A completare il quadro si aggiunge Moody’s che, pur mantenendo un rating più cauto (‘Baa3’, un gradino più in basso), ha migliorato l’outlook a ‘positivo’, un segnale che spesso anticipa un futuro upgrade.  

Il filo conduttore di queste valutazioni è unanime e si basa su due pilastri fondamentali: la stabilità politica e il miglioramento dei conti pubblici. Per la prima volta dopo anni, la continuità dell’esecutivo viene vista come un fattore di forza. S&P ha sottolineato come l’attuale governo goda di un sostegno tale da poter rimanere in carica fino alla fine della legislatura nel 2027, garantendo così la stabilità necessaria per proseguire con l’attuazione del PNRR.

Le Luci: Stabilità, Riforme e Resilienza

Oltre alla stabilità politica, le agenzie premiano la resilienza dell’economia italiana. Il mercato del lavoro mostra segnali di robustezza, beneficiando di riforme passate, e il settore delle esportazioni si conferma un motore solido, capace di resistere alle turbolenze globali.  

Un ruolo cruciale è giocato dal supporto esterno, in particolare dalla politica monetaria della Banca Centrale Europea e dai fondi del NextGenerationEU, che forniscono uno scudo contro gli shock e risorse per gli investimenti. Questo contesto favorevole ha permesso all’Italia di avviare un percorso di risanamento fiscale, con un deficit previsto in graduale riduzione.

Le Ombre: Il Peso del Debito e la Crescita Lenta

Nonostante le note positive, il cammino dell’Italia verso un rating di categoria ‘A’ è ancora sbarrato da ostacoli strutturali ben noti. La “sfida principale”, come la definisce S&P, resta l’enorme debito pubblico. Con un rapporto debito/PIL che viaggia intorno al 135% e previsto in leggera crescita verso il 138% entro il 2027, l’Italia si conferma uno dei Paesi più indebitati al mondo.  

A pesare sulla traiettoria del debito è anche l’eredità fiscale del Superbonus. Sebbene la misura abbia stimolato l’economia nel post-pandemia, i crediti fiscali generati si tradurranno in minori entrate per lo Stato nei prossimi anni, gonfiando di fatto lo stock di debito. Questo fardello limita la capacità del governo di investire in settori strategici per la crescita e di rispondere a eventuali crisi future. A ciò si aggiungono le debolezze di lungo periodo, come una popolazione che invecchia e una produttività che fatica a decollare.

Una Finestra di Opportunità

L’Italia si trova quindi a un bivio. L’attuale congiuntura di stabilità politica e supporto europeo offre una finestra di opportunità unica per affrontare le riforme strutturali necessarie a rilanciare la crescita e a porre il debito su un sentiero di discesa sostenibile. Il successo di questa impresa determinerà la futura valutazione del Paese: consolidare la fiducia e puntare a una promozione, oppure vedere le antiche fragilità tornare a pesare sul suo futuro.