Il recente discorso di Jerome Powell del 14 Ottobre è stato un esercizio di comunicazione finemente calibrato. A un primo ascolto, il tono è apparso didattico, a tratti difensivo e con una patina di rigore (“hawkish”). Tuttavia, analizzando la sostanza, il messaggio di fondo della Federal Reserve rimane accomodante (“dovish”), rassicurando i mercati sulla direzione della politica monetaria. Vediamo di scomporre i punti chiave.

Una Lezione dalla Cattedra della FED

La prima parte dell’intervento è sembrata una vera e propria lezione accademica sul bilancio della FED. Powell ha spiegato meticolosamente le sue componenti, dalle passività (valuta, riserve bancarie) alla sua gestione. L’obiettivo non era puramente informativo. Spiegando la complessità dello strumento, la FED cerca di riaffermare il proprio controllo sulla narrativa e di educare i mercati a non trarre conclusioni affrettate dai semplici numeri. È un modo per dire: “questo è un meccanismo complesso, e noi sappiamo come gestirlo”.

La Difesa del QE e un’Ammissione Cruciale

Un passaggio fondamentale del discorso ha riguardato la difesa delle azioni passate, in particolare il massiccio programma di Quantitative Easing (QE) avviato durante la pandemia. Powell ha ribadito che quegli interventi sono stati essenziali per prevenire un crollo finanziario.

Subito dopo, però, è arrivata un’ammissione onesta e di grande peso:
“Con il senno di poi, avremmo potuto e forse dovuto interrompere gli acquisti di asset prima”.
Questa non è una frase da poco. Riconoscere un potenziale errore passato è una mossa strategica. Powell sta implicitamente comunicando che la FED ha imparato la lezione e che in futuro sarà più “agile” e reattiva nell’utilizzare i suoi strumenti, un segnale volto a rafforzare la credibilità dell’istituto.

La Fine del Quantitative Tightening (QT) si Avvicina?

Parlando della normalizzazione del bilancio, Powell ha confermato che la riduzione (Quantitative Tightening) proseguirà come previsto. Tuttavia, ha lanciato un amo importante per i mercati:
“Potremmo avvicinarci a quel punto [la fine della riduzione] nei prossimi mesi”.
Questo è un chiaro segnale accomodante. La FED sta preparando il terreno all’idea che la stretta quantitativa potrebbe terminare prima del previsto, alleggerendo ulteriormente le condizioni finanziarie. L’obiettivo a lungo termine, ha specificato, è mantenere un portafoglio composto principalmente da titoli di Stato.

La Bussola dell’Economia: Prospettive Invariate

La parte finale del discorso, la più rilevante per chi opera sui mercati, ha di fatto cementato la posizione “dovish” emersa nella riunione di settembre.
● Outlook Stabile: Powell ha dichiarato che “le prospettive per l’occupazione e l’inflazione non sembrano essere cambiate molto”. Con questa frase, ha spento sul nascere qualsiasi speculazione su un possibile cambio di rotta rispetto alla politica accomodante.
● Rischi sul Lavoro: Ha confermato che “i rischi al ribasso per l’occupazione sembrano essere aumentati”, rafforzando la principale motivazione dietro le recenti decisioni della FED.
● Inflazione da Dazi: Ha ribadito che l’aumento dei prezzi di alcuni beni è legato ai dazi e non a pressioni inflazionistiche interne più ampie, suggerendo che non c’è fretta di intervenire con nuove strette.

Il Messaggio per i Trader: Cosa Leggere tra le Righe

Al di là dei tecnicismi, il messaggio di Powell è un chiaro tentativo di gestire le aspettative e mantenere la calma sui mercati. Tradotto in linguaggio operativo, il presidente della FED sta dicendo:
“Le ragioni che ci hanno spinto a tagliare i tassi a settembre sono ancora valide. Abbiamo imparato dagli eccessi passati del QE e saremo più reattivi. Nel frattempo, state tranquilli: la riduzione del nostro bilancio non durerà per sempre e potrebbe finire a breve. La nostra politica accomodante, per ora, resta pienamente giustificata.”