Mentre il Campidoglio è paralizzato dallo shutdown più lungo della storia, l’attenzione della nazione si sposta su un’arena istituzionale meno caotica ma infinitamente più decisiva: la Corte Suprema. Domani, mercoledì 5 novembre, la Corte ascolterà l’udienza orale nel caso Learning Resources v. Trump, una battaglia legale che minaccia di abbattere la politica tariffaria globale distintiva del Presidente o di cementare per sempre un potere esecutivo senza precedenti sul commercio internazionale.

Il Nodo Legale: Potere Esecutivo vs. Congresso
Il caso verte sull’interpretazione di una legge del 1977, l’International Emergency Economic Powers Act (IEEPA). L’Amministrazione Trump sostiene che l’IEEPA le conferisca l’autorità di stabilire unilateralmente le aliquote fiscali sull’importazione (tariffe) contro qualsiasi paese, a qualsiasi livello essa ritenga necessario.
In sostanza, la sfida legale costringe i giudici ad affrontare un principio fondamentale della Costituzione: la separazione dei poteri. Tradizionalmente, la facoltà di “regolare il commercio con le nazioni estere” e di “imporre dazi” spetta esclusivamente al Congresso. La questione è se il Congresso abbia tacitamente delegato al Presidente un potere così illimitato in materia di entrate fiscali.
Le Implicazioni
Le poste in gioco sono immense, non solo dal punto di vista economico ma anche istituzionale.
–Espansione Drammatica: Se i cinque giudici ratificassero l’interpretazione estensiva dell’IEEPA proposta dall’Amministrazione, confermerebbero per la prima volta un potere presidenziale sul commercio slegato dalla supervisione legislativa, ridefinendo in modo radicale l’equilibrio di governo.
–Rovesciamento della Politica Economica: Se, al contrario, la Corte dovesse stabilire che l’interpretazione di Trump eccede la delega di potere data dall’IEEPA, una fetta significativa della politica economica del Presidente, basata proprio sull’uso aggressivo e unilaterale delle tariffe, verrebbe dichiarata illegittima.
Il Giudice Sotto Osservazione
L’esito di questo caso, che è stato definito il più rilevante del mandato della Corte, è difficile da prevedere. Gli analisti legali si concentreranno in particolare sulle domande e sui commenti del Giudice Neil Gorsuch.
Nonostante sia un conservatore, Gorsuch è un convinto sostenitore della dottrina dell’originalismo e di un governo limitato. La sua filosofia lo porterebbe a schierarsi con i ricorrenti che chiedono di limitare il potere presidenziale in favore di quello legislativo, un elemento fondamentale dei principi dei Padri Fondatori. Tuttavia, la sua nota tendenza a offrire letture letterali e inaspettate dei testi di legge rende il suo voto un potenziale ago della bilancia.
Le argomentazioni orali di mercoledì forniranno il primo vero indizio su come la Corte si stia orientando nel determinare se la politica economica più distintiva di Donald Trump possa resistere al vaglio costituzionale.