L’economia statunitense sta vivendo un paradosso estremo. Un’analisi recente di Oxfam America, basata sui dati della Federal Reserve e sulla lista Forbes, ha rivelato un’accelerazione estrema nella concentrazione di ricchezza: i 10 miliardari più ricchi degli Stati Uniti hanno visto il loro patrimonio combinato crescere di $698 miliardi nel solo anno tra il settembre 2024 e il settembre 2025.   

Questa cifra sconcertante non è un’aberrazione, ma il sintomo di una disuguaglianza strutturale che ha consolidato quella che Oxfam definisce una “nuova oligarchia americana”.

La Disconnessione tra Finanza e Realtà

Il boom di quasi $700 miliardi è quasi interamente guidato dalla rivalutazione di asset finanziari (azioni e partecipazioni private) nei settori dominanti, in primis la tecnologia e l’Intelligenza Artificiale (AI). La presenza di figure come Elon Musk, Larry Ellison e Jeff Bezos ai vertici della classifica riflette la capitalizzazione di mercato di imprese che esercitano un potere quasi monopolistico e generano rendite estreme. Solo i 498 miliardari specificamente legati all’AI detengono un patrimonio complessivo di $2.7 trilioni.   

Nel frattempo, la base della piramide economica ristagna. Tra il 1989 e il 2022, le famiglie appartenenti al top 1% hanno accumulato, in media, 987 volte la ricchezza guadagnata dalle famiglie nel 20% inferiore della distribuzione. Mentre l’élite si arricchisce a un ritmo vertiginoso, oltre il 40% degli americani, inclusa quasi metà dei bambini, vive con un reddito basso e la salute pubblica mostra indicatori peggiori rispetto a molti altri Paesi ad alto reddito dell’OECD.

L’Ineguaglianza come “Scelta Politica”

Oxfam sostiene che questa disuguaglianza non è un esito inevitabile del mercato, ma il risultato diretto di “scelte politiche” che hanno favorito sistematicamente la concentrazione di capitale a scapito dei lavoratori.   

Un fattore chiave è la legislazione fiscale. I miliardari riescono a pagare aliquote effettive bassissime, stimate a livello globale intorno allo 0,5% della loro ricchezza complessiva. Ciò è reso possibile da un sistema che premia la detenzione di capitale rispetto al reddito da lavoro e dalle agevolazioni che hanno trasferito immense somme verso l’alto, come la Tax Cuts and Jobs Act (TCJA) del 2017. Da quando la TCJA è entrata in vigore, i miliardari americani sono collettivamente $2.2 trilioni più ricchi.   

Questa estrema concentrazione di ricchezza si traduce direttamente in potere politico. Il processo elettorale stesso è influenzato, con 150 famiglie miliardarie che hanno speso $1.9 miliardi per sostenere candidati presidenziali e congressuali nel ciclo elettorale del 2024. L’élite non solo beneficia delle politiche, ma le influenza, trasformando la democrazia statunitense in una “plutocrazia”.

La Ricerca di un Equilibrio Fiscale

Per invertire la rotta, Oxfam e numerosi economisti chiedono azioni mirate a riequilibrare il potere dal vertice oligarchico. La soluzione più dibattuta è l’introduzione di una tassa sul patrimonio (Wealth Tax).

La proposta della Senatrice Elizabeth Warren prevede una tassa annuale del 2% sul patrimonio netto superiore a $50 milioni, con un’aliquota totale del 6% sul patrimonio netto superiore a $1 miliardo. Questa misura colpirebbe solo circa 75.000 famiglie, generando potenzialmente $3.75 trilioni in dieci anni.   

L’ostacolo principale non è l’opposizione popolare (quasi il 60% dei milionari americani è favorevole all’aumento delle tasse sui super-ricchi ), ma la resistenza politica e la mancanza di coordinamento globale. Gli Stati Uniti si oppongono attivamente a una tassa minima globale del 2% sui patrimoni superiori al miliardo di dollari, un accordo cruciale per prevenire la fuga fiscale.