Una nuova, pericolosa fase della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina è esplosa, innescata dalla mossa di Pechino di stringere la presa sulle esportazioni di terre rare, minerali cruciali per la tecnologia moderna. La reazione di Washington non si è fatta attendere: il presidente Donald Trump ha minacciato dazi del 100% su tutte le merci cinesi, scatenando il panico sui mercati finanziari globali

La Mossa Strategica di Pechino

La scintilla è partita dalla Cina, che ha annunciato un’espansione dei controlli sulle esportazioni di terre rare e delle tecnologie correlate, citando la necessità di “salvaguardare la sicurezza e gli interessi nazionali”. Questa non è una disputa su beni di consumo, ma una mossa strategica che colpisce al cuore le industrie più avanzate. Le terre rare, un gruppo di 17 elementi metallici, sono indispensabili per la produzione di smartphone, veicoli elettrici, turbine eoliche e, soprattutto, per sistemi di difesa e armamenti avanzati come missili e droni.  

Il dominio della Cina in questo settore è quasi assoluto: controlla circa il 70% dell’estrazione mineraria e oltre il 90% della lavorazione a livello mondiale. Limitando l’accesso non solo ai minerali ma anche alle tecnologie per raffinarli, Pechino sta di fatto “militarizzando” la sua posizione dominante nella catena di approvvigionamento per ottenere una leva geopolitica.

La Risposta di Trump e il Crollo dei Mercati

La reazione di Donald Trump è stata immediata e aggressiva. Definendo la mossa cinese un “ordine ostile” e un tentativo di “tenere il mondo in ostaggio”, ha annunciato l’intenzione di imporre dazi del 100% su tutte le importazioni cinesi a partire dal 1° novembre, “in aggiunta a qualsiasi dazio esistente”. Ha inoltre minacciato controlli sull’esportazione di “software critico” verso la Cina, integrando pienamente la politica economica con quella di sicurezza nazionale.  

I mercati finanziari hanno reagito con un’ondata di vendite. A Wall Street, l’indice S&P 500 ha registrato il suo peggior calo da aprile, perdendo il 2,7%, mentre il Nasdaq, ad alta densità tecnologica, è crollato del 3,6%. Il panico si è esteso a livello globale, con le borse europee e asiatiche che hanno subito perdite significative, bruciando miliardi di valore di mercato in poche ore. Gli investitori, spaventati dalla prospettiva di una guerra commerciale senza esclusione di colpi, si sono rifugiati in beni sicuri come l’oro.

Conseguenze Economiche e Prospettive Future

Al di là della volatilità dei mercati, le conseguenze reali minacciano di essere profonde e durature. Un’escalation della guerra dei dazi potrebbe innescare un’inflazione globale, poiché i costi più elevati verrebbero scaricati sui consumatori. Le catene di approvvigionamento globali, già fragili, rischiano l’interruzione, con un impatto devastante su settori chiave come l’automotive, l’elettronica e la difesa.  

Gli analisti avvertono che un conflitto commerciale su larga scala tra le due maggiori economie del mondo potrebbe frenare la crescita globale e persino innescare una recessione. Questa crisi segna un punto di svolta: la competizione tra grandi potenze si sta spostando dal commercio tradizionale al controllo delle risorse fisiche che alimentano l’economia digitale e la transizione verde. La disputa sulle terre rare non è solo un capitolo di una guerra commerciale, ma il presagio di una nuova era di rivalità geoeconomica in cui la sicurezza delle catene di approvvigionamento critiche definirà il potere globale.