Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato giovedì 23 ottobre la cessazione immediata di “tutti i negoziati commerciali” con il Canada , citando quello che ha definito un “comportamento vergognoso” da parte di Ottawa. La mossa, comunicata via social network, ha fatto precipitare i rapporti tra i due alleati storici, già in forte tensione per l’escalation dei dazi. 

Il “Casus Belli”: L’Ad di Reagan e la Corte Suprema

La rottura non è stata innescata da un fallimento negoziale formale, ma da una controversa campagna pubblicitaria anti-dazi, finanziata dalla provincia canadese dell’Ontario. La campagna ha utilizzato un estratto di un discorso radiofonico del 1987 dell’ex presidente Ronald Reagan per criticare il protezionismo di Trump. Nell’ad, Reagan avvertiva che le barriere commerciali a lungo termine “hurt every American worker and consumer” (danneggiano ogni lavoratore e consumatore americano).   

Trump ha reagito duramente, definendo l’ad “FAKE” e accusando il Canada di averlo usato “fraudolentemente”. L’accusa più significativa è che la campagna fosse intesa a “interferire con la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti” , che il 5 novembre dovrà tenere un’udienza cruciale sulla legalità delle tariffe statunitensi. La Ronald Reagan Presidential Foundation ha sostenuto la posizione di Trump, affermando che l’Ontario non aveva richiesto l’autorizzazione per l’uso dei clip.

La Risposta Canadese: Ritorsioni e Diversificazione

Il Canada ha confermato la sua intenzione di resistere alla pressione di Washington. Già prima dell’annuncio di Trump, il Primo Ministro Mark Carney aveva espresso delusione per i dazi, annunciando che il Canada non avrebbe fatto “marcia indietro”.   

Ottawa aveva precedentemente risposto ai dazi USA su acciaio e alluminio imponendo a sua volta tariffe di ritorsione immediate su 30 miliardi di dollari canadesi di merci statunitensi, tra cui birra, vino ed elettrodomestici. In un contesto economico in cui il PMI manifatturiero canadese è in contrazione da otto mesi a causa dell’incertezza commerciale , Carney ha anche ribadito l’obiettivo strategico di raddoppiare le esportazioni verso mercati esterni agli Stati Uniti.

Outlook: Il Rischio USMCA nel 2026

Nonostante la gravità della notizia, i mercati finanziari non hanno registrato crolli significativi immediati, suggerendo che gli investitori trattino le minacce di Trump come tattiche negoziali estreme e reversibili.   

Tuttavia, l’interruzione dei colloqui aumenta l’incertezza in vista della revisione obbligatoria di sei anni dell’Accordo Stati Uniti-Messico-Canada (USMCA), prevista per il 2026. Se la disputa non si risolvesse, e se le tariffe USA al 10% venissero pienamente implementate, gli economisti prevedono una potenziale riduzione del 2,4% del PIL reale canadese in due anni. La crisi attuale segna una profonda erosione della fiducia reciproca in Nord America, rendendo la cooperazione strategica di lungo termine sempre più precaria.