FRANCOFORTE. La rivoluzione digitale del contante europeo ha una data precisa: 2027. L’annuncio della Presidente della BCE, Christine Lagarde, segna un punto di non ritorno per il progetto Euro digitale, ma fissa anche una scadenza che costringe la politica europea a risolvere i suoi nodi più complessi: come garantire la stabilità bancaria e proteggere la privacy dei cittadini in un mondo dove ogni transazione rischia di essere tracciata.

Il conto alla rovescia è iniziato. Dopo l’attuale “fase di preparazione”, il 2026 vedrà la sperimentazione avanzata , ponendo le basi per la decisione finale. L’Euro digitale non è una criptovaluta, ma una nuova forma di denaro pubblico, un “credito diretto” verso l’Eurosistema , studiato per garantire sovranità monetaria in un panorama dove la Cina spinge il suo e-CNY e le stablecoin private (spesso legate al dollaro) minacciano di erodere il controllo europeo.

La Difesa della Privacy: Il Ruolo Cruciale dell’Offline

Il design dell’Euro digitale è un esercizio di bilanciamento. La BCE promette un’esperienza d’uso sicura e uniforme grazie a partner come Almaviva e Fabrick , ma il vero elemento distintivo è la funzionalità offline.

Questa opzione permette di effettuare pagamenti anche in assenza di connessione, memorizzando i fondi direttamente sul dispositivo. Il meccanismo è stato pensato appositamente per replicare la “riservatezza tipica del contante” , un’esigenza irrinunciabile per i garanti della privacy europei (EDPB e GEPD).  

Tuttavia, la battaglia per la privacy è lungi dall’essere vinta. I garanti hanno sollevato forti dubbi sull’introduzione di un “Punto di Accesso Unico” (SAP) per verificare i limiti di detenzione, temendo una centralizzazione eccessiva dei dati identificativi. Se la BCE non adotterà soluzioni tecniche decentralizzate, il compromesso sulla privacy potrebbe minare la fiducia degli utenti.

Il Grande Scoglio: Le Banche

Il principale ostacolo politico al progetto 2027 non è tecnico, ma finanziario: la disintermediazione bancaria.

L’Euro digitale, essendo garantito al 100% dalla BCE, potrebbe innescare una corsa verso il digitale, sottraendo liquidità ai depositi delle banche commerciali. Ciò comprometterebbe la stabilità finanziaria e ridurrebbe i fondi disponibili per l’erogazione del credito.  

La soluzione politica adottata, introdotta nella proposta di regolamento, è drastica: imporre limiti di detenzione (holding limits). Questo tetto massimo serve a prevenire l’emorragia di capitali, ma pone un dilemma: una moneta con forti limiti e, probabilmente, senza rendimento (interessi) rischia di essere “scarsamente attraente”.  

In altre parole, per salvaguardare il sistema bancario, l’Euro digitale deve essere deliberatamente meno attraente di un conto corrente tradizionale.

La Sfida Finale: Adozione e Sicurezza

Per il 2027, la BCE dovrà affrontare la bassa consapevolezza pubblica e i rischi di frode, particolarmente alti per le fasce di popolazione meno digitalizzate che saranno incentivate all’uso. L’adozione dell’EUDI Wallet (European Digital Identity Wallet) è vista come cruciale per l’onboarding sicuro , ma la vera sfida sarà comunicare un prodotto che, pur essendo limitato nella detenzione, offre una sicurezza finanziaria e una riservatezza senza precedenti.  

Il 2027 è una data ambiziosa. Per centrarla, l’Unione Europea deve dimostrare di poter risolvere la quadratura del cerchio: costruire un’alternativa digitale globale, difendere i diritti dei cittadini e, allo stesso tempo, evitare di distruggere il sistema bancario che intende sostenere.


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