ROMA, 3 Ottobre 2025 – L’Italia ha vissuto oggi una giornata di sciopero generale con motivazioni inedite: la protesta contro il blocco della Global Sumud Flotilla e il sostegno alla popolazione di Gaza. L’astensione dal lavoro, proclamata per tutte le categorie pubbliche e private, ha generato tensioni istituzionali e significativi disagi logistici, trasformando la solidarietà internazionale in un complesso scontro legale interno.

L’azione di protesta, indetta con urgenza da sigle sindacali di base come USB e SI COBAS, e a cui ha aderito anche la CGIL, è stata descritta dai promotori come un’azione necessaria contro i crimini di guerra e la complicità dei governi occidentali. Questa motivazione, basata sulla difesa dei diritti umani e del diritto internazionale, ha costituito la linea di difesa contro le accuse di illegittimità.

La Controversia Legale e il Braccio di Ferro Istituzionale

La vigilia del 3 ottobre è stata dominata dalla Commissione di Garanzia per gli scioperi nei servizi pubblici essenziali, che ha dichiarato lo sciopero “illegittimo” per la mancanza dei termini di preavviso previsti dalla legge. Tale verdetto ha immediatamente avuto ripercussioni concrete: l’ENAC ha confermato l’assenza di liste di voli garantiti.  

A complicare il quadro è intervenuto il Governo. Fonti del Ministero dei Trasporti (MIT) hanno lanciato un avvertimento diretto, sostenendo che chi avrebbe partecipato all’astensione illegittima ne avrebbe pagato “personalmente le conseguenze”. I sindacati hanno respinto con fermezza questa minaccia, ricordando che, in assenza di precettazione (strumento che l’Esecutivo ha scelto di non adottare), le sanzioni si applicano unicamente alle organizzazioni sindacali. Il leader della CGIL, Landini, ha ribadito che lo sciopero è un atto volontario dettato da un profondo “meccanismo di umanità e fratellanza”.

Le Città Bloccate e la Forza della Piazza

Nonostante il tentativo di delegittimazione, la mobilitazione ha avuto un impatto visibile e dirompente.

L’episodio più eclatante si è verificato a Firenze, dove migliaia di manifestanti pro-Palestina hanno fatto irruzione alla stazione di Santa Maria Novella, occupando i binari. L’azione ha bloccato completamente la circolazione ferroviaria per un periodo significativo, causando ritardi e richiedendo l’intervento della polizia.  

Anche a Roma, la protesta è stata massiccia. Un corteo imponente, stimato in 10.000 persone , si è diretto verso il cuore politico della Capitale, ribadendo la centralità della Global Sumud Flotilla nel dibattito nazionale. Manifestazioni e presidi si sono svolti in maniera capillare, da Torino — dove gli attivisti hanno collegato esplicitamente la critica a Gaza alla politica interna, accusando il Governo di finanziare la guerra a scapito della sanità — fino a Lecce e nel Sud.  

La giornata ha cristallizzato la profonda divisione in Italia tra coloro che antepongono l’obbligo di rispetto delle leggi domestiche in materia di servizi pubblici e coloro che ritengono che l’urgenza umanitaria e la difesa del diritto internazionale giustifichino una rottura con le procedure ordinarie. L’esito finale, in termini di sanzioni per i sindacati e la validità legale dello sciopero, è ora demandato al contenzioso legale preannunciato.


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