La settimana finanziaria che si è conclusa il 24 ottobre è stata caratterizzata da un’intensa altalena emotiva sui mercati globali, con l’indice della paura di Wall Street, il VIX, che ha superato più volte la soglia di volatilità considerata “normale”, toccando un picco di 28 prima di chiudere la settimana di poco sopra quota 20. Nonostante le turbolenze, i listini azionari statunitensi hanno registrato una chiusura settimanale positiva, sostenuti da una ritrovata stabilità nel settore bancario e, soprattutto, da segnali di distensione sul fronte commerciale.

I Principali Indici Azionari
L’indice S&P 500 ha concluso la settimana con un guadagno complessivo del +1,71%, un risultato che ha permesso a tutti e tre i maggiori indici USA (S&P 500, Dow Jones 30 e Nasdaq 100) di incassare rialzi settimanali.
La forza del mercato è stata in gran parte attribuita a due fattori principali: il primo è stato l’allentamento delle tensioni commerciali con la Cina, in particolare dopo le dichiarazioni del Presidente Trump che ha definito le tariffe al 100% come “non sostenibili”. Il secondo fattore è stato il contenimento delle preoccupazioni sulle banche regionali, supportato dai solidi utili trimestrali riportati dalle grandi istituzioni finanziarie, anche se non sono mancati momenti di incertezza sollevati da allarmi sul credito problematico in alcuni istituti minori.
Nel dettaglio, il segmento tecnologico ha continuato a mostrare dinamismo. Le azioni legate all’Intelligenza Artificiale (AI) hanno proseguito la loro corsa, trascinando con sé anche settori di supporto come le Utilities, che si confermano il secondo settore più performante dell’S&P 500 dall’inizio dell’anno, con un progresso del 23,53%. Tuttavia, questa accelerazione ha anche alimentato il dibattito tra gli analisti, con un gruppo crescente che solleva dubbi sulla formazione di una possibile “bolla” AI, interrogandosi sulla reale capacità delle aziende tech di generare ricavi sufficienti a coprire gli ingenti investimenti.
Criptovalute e Commodities
Sul fronte delle criptovalute, il Bitcoin ha dato segnali di resilienza. Dopo aver toccato minimi sotto i 108.000 dollari, la criptovaluta più famosa del mondo è riuscita a recuperare e consolidarsi sopra la soglia chiave di 111.000 dollari. Secondo gli analisti, il superamento e il mantenimento di questo livello aprirebbe la strada a un ulteriore allungo verso i 114.000 dollari.
L’Oro, che aveva raggiunto nuovi record all’inizio della settimana, ha invece registrato un “raffreddamento” nel finale. Questo è avvenuto mentre i rendimenti dei Treasury si sono irrobustiti e il dollaro ha guadagnato terreno, in un contesto di cauto ottimismo sui mercati.
Il Contesto Economico e l’Italia
Il calendario economico è stato inusualmente meno denso a causa del perdurare dello shutdown governativo negli Stati Uniti, che ha portato al ritardo di dati cruciali, inclusa la pubblicazione dell’Indice dei Prezzi al Consumo (CPI) di settembre, posticipata al 24 ottobre.
In Italia, la settimana è stata segnata dal successo della nuova emissione del BTP Valore (scadenza a 7 anni), destinato al risparmio retail. L’emissione si è svolta dal 20 al 24 ottobre e ha confermato i tassi cedolari minimi garantiti in progressione, che partono dal 2,60% per i primi tre anni per arrivare al 4,00% per il sesto e settimo anno, oltre a un premio fedeltà finale.
Guardando avanti, i mercati attenderanno la ripresa delle pubblicazioni dei dati governativi ritardati e i segnali derivanti dalla stagione degli utili societari per trovare nuove direzioni.