In un colpo di scena che scuote la politica e la giustizia americana, Letitia James, la Procuratrice Generale di New York che ha costruito la sua carriera sfidando Donald Trump, si trova ora dall’altra parte della barricata. Un grand jury federale l’ha formalmente incriminata per frode bancaria, un’accusa che, sebbene tecnicamente legata a un mutuo immobiliare, affonda le sue radici in una delle faide politiche più aspre degli ultimi anni.

L’Accusa: un Mutuo vantaggioso

L’accusa federale si concentra su un mutuo relativo all’acquisto di una proprietà a Norfolk, Virginia, nel 2020. I procuratori sostengono che James abbia dichiarato falsamente che l’immobile sarebbe stato una “seconda casa” per uso personale, ottenendo così condizioni di prestito più vantaggiose. In realtà, secondo l’atto d’accusa, la casa sarebbe stata affittata, configurandosi come un investimento immobiliare. Il presunto vantaggio economico illecitamente ottenuto? Circa 19.000 dollari, calcolati sulla durata totale del prestito.  

“Nessuno è al di sopra della legge”, ha dichiarato la procuratrice federale Lindsey Halligan, sottolineando che le azioni di James rappresentano “una tremenda violazione della fiducia pubblica”.

Il Contesto Politico: la Lunga Ombra di Trump

È impossibile, tuttavia, analizzare questo caso senza considerare il contesto politico esplosivo da cui emerge. L’incriminazione arriva dopo mesi di pressioni pubbliche da parte di Donald Trump, che sui social media e nelle dichiarazioni pubbliche ha definito James “colpevole da morire”, esortando il Dipartimento di Giustizia ad agire contro di lei.  

Questa pressione ha portato a un drastico cambio al vertice della procura federale competente. Il procuratore di carriera Erik Siebert, che secondo fonti interne riteneva le prove contro James “deboli”, è stato rimosso dal suo incarico a settembre. Al suo posto è stata nominata Lindsey Halligan, un’alleata di Trump senza precedente esperienza come procuratrice, che ha personalmente presentato il caso al grand jury, superando le resistenze interne del suo stesso ufficio.

La Difesa: Errore Materiale o Vendetta Politica?

La reazione di Letitia James è stata immediata e tagliente. Ha definito le accuse “senza fondamento” e una “messinscena politica”, nient’altro che una “disperata strumentalizzazione del nostro sistema giudiziario” da parte del presidente. Il suo avvocato, Abbe Lowell, sostiene che si sia trattato di un semplice “errore materiale” su un modulo, prontamente corretto, e non di un tentativo deliberato di frode.  

L’incriminazione, infatti, giunge dopo la storica vittoria legale di James contro Trump. La sua indagine civile ha portato a una condanna per frode contro l’ex presidente e la sua organizzazione, accusati di aver gonfiato per anni il valore dei loro asset per ottenere prestiti migliori. James aveva definito le pratiche di Trump “L’Arte del Furto”, parafrasando il titolo del suo celebre libro “L’Arte di Fare Affari”. Sebbene la maxi-sanzione monetaria sia stata poi annullata in appello, la condanna per frode è rimasta, infliggendo un duro colpo all’immagine del tycoon.  

L’azione penale contro James appare a molti osservatori come una ritorsione diretta, un tentativo di neutralizzare l’avversaria che più di ogni altra è riuscita a incrinarne l’aura di invincibilità. La domanda che resta sospesa è se il sistema giudiziario americano possa resistere a una simile pressione, o se sia destinato a diventare l’ennesimo campo di battaglia di una politica sempre più polarizzata.