
WASHINGTON D.C. – Si è conclusa con un accordo storico la saga diplomatica e commerciale su TikTok. La popolare piattaforma video, utilizzata da oltre 135 milioni di americani, è ufficialmente sfuggita al ban totale imposto dalle autorità statunitensi, grazie a una complessa operazione che ne ha riscritto la struttura proprietaria.
Il risultato è un sofisticato compromesso: TikTok negli Stati Uniti diventa una società a controllo americano, ma la sua casa madre cinese, ByteDance, riesce a preservare un cruciale legame con i profitti e, soprattutto, con la tecnologia che rende l’app un fenomeno globale.
L’architettura del nuovo accordo
L’intesa, siglata dopo mesi di estenuanti trattative tra Washington e Pechino, prevede la nascita di una nuova entità, “TikTok U.S.”, con sede e governance negli Stati Uniti.
La mossa più significativa è la ripartizione del capitale: l’80% delle quote sarà detenuto da un consorzio di investitori americani, tra cui spiccano il gigante tecnologico Oracle e fondi come Silver Lake. ByteDance, pur mantenendo lo status di socio singolo più importante, deterrà una quota di minoranza inferiore al 20% (stimata intorno al 19,9%), assicurando che il controllo di fatto e di diritto sia in mani statunitensi.
A livello di sicurezza nazionale, l’accordo prevede che:
–I dati degli utenti americani vengano gestiti e archiviati sui server di Oracle, all’interno degli USA e sotto la vigilanza delle autorità statunitensi.
–Il Consiglio di Amministrazione della nuova società sarà a maggioranza americana, con un membro nominato direttamente dal governo per supervisionare le questioni di sicurezza.
La vittoria cinese sull’algoritmo
La parte più delicata e cruciale dell’accordo, e quella che giustifica i ricavi residui per la Cina, riguarda la gestione dell’algoritmo.
L’algoritmo di raccomandazione – il codice proprietario che determina quali video appaiono agli utenti, cuore del successo e del valore di TikTok – non è stato venduto. ByteDance ne mantiene la proprietà intellettuale a livello globale, concedendolo in licenza alla neonata TikTok U.S.
Questa soluzione permette alla Cina di salvare l’asset tecnologico più prezioso, lasciandole un canale di ritorno economico significativo, sia attraverso i profitti derivanti dalla sua quota di minoranza (quasi un quinto della società) sia potenzialmente attraverso i proventi della licenza tecnologica.
Un precedente geopolitico
Valutato in oltre 14 miliardi di dollari, l’accordo non è solo una vittoria per i milioni di utenti di TikTok negli USA che potranno continuare a usare l’app. È soprattutto un precedente storico nella nuova “guerra fredda digitale” tra superpotenze.
L’intesa segna il punto in cui la sicurezza nazionale, la proprietà dei dati e la tecnologia si scontrano, creando un modello ibrido che spinge verso una potenziale frammentazione del web globale. La nuova TikTok U.S. dimostra che la sovranità operativa può essere ceduta per motivi di sicurezza, ma la proprietà intellettuale fondamentale (l’algoritmo) rimane un bene non negoziabile e una fonte di influenza duratura.