
Mentre l’America federale entra nella seconda settimana di shutdown, l’orologio politico ed economico ticchetta più forte che mai. Lo stallo sui finanziamenti del governo, iniziato il 1° ottobre, non mostra segnali di un accordo imminente , lasciando centinaia di migliaia di dipendenti in furlough (congedo temporaneo non retribuito) e i mercati globali in attesa. A rendere questa crisi diversa dalle precedenti – inclusa quella record di 35 giorni del 2018-2019 – è la radicalizzazione della battaglia e l’inedita minaccia di licenziamenti di massa.
Il Fronte dello Scontro: Sanità e Ricalibrazione del Governo
Il fulcro del blocco risiede nella disputa tra i Repubblicani del Congresso e l’opposizione Democratica. I Democratici chiedono l’estensione dei sussidi sanitari essenziali in scadenza per l’Obamacare (Affordable Care Act) e la revoca di alcuni tagli a Medicaid. I Repubblicani, guidati dall’amministrazione in carica, si oppongono, spingendo per una misura di finanziamento “pulita”.
Tuttavia, il vero punto di svolta è la strategia della Casa Bianca, che mira a utilizzare lo shutdown non solo come arma negoziale, ma come opportunità per una vasta rimodellazione dell’apparato federale. L’Ufficio per la Gestione e il Bilancio (OMB) ha dato istruzioni per considerare licenziamenti di massa (mass firings) piuttosto che i tradizionali congedi temporanei (furloughs). Questa mossa senza precedenti, in linea con l’agenda radicale del “Project 2025,” è stata subito contestata dai sindacati, tra cui l’American Federation of Government Employees (AFGE), con azioni legali che la definiscono un abuso di potere illegale. La minaccia di licenziamento, che annullerebbe il diritto alla retribuzione retroattiva, ha aumentato notevolmente lo stress dei lavoratori federali.
L’Ombra Economica: Dati Mancanti e Costi Miliardari
I costi finanziari di questa paralisi sono immediati e significativi. Le stime parlano di circa 400 milioni di dollari al giorno in stipendi federali sospesi. Gli economisti calcolano che ogni settimana di shutdown può ridurre la crescita del PIL USA di circa 0,2 punti percentuali. Alcune proiezioni paventano una perdita settimanale per l’economia fino a 15 miliardi di dollari.
L’impatto più critico per i mercati e la politica monetaria è, tuttavia, il blackout di dati. L’Ufficio di Statistiche sul Lavoro (BLS) ha interrotto le operazioni , ritardando la pubblicazione di rapporti cruciali come il report mensile sull’occupazione e i dati sull’inflazione (CPI). Questa mancanza di informazioni aggiornate crea un dilemma per la Federal Reserve (Fed), che si riunirà a fine mese per discutere un potenziale ulteriore taglio dei tassi di interesse. Senza dati affidabili sull’inflazione e sul mercato del lavoro, i policymaker sono costretti a operare “alla cieca”.
Prospettive e Durata
Nonostante la gravità, i mercati finanziari hanno storicamente gestito gli shutdown come una “mini-crisi” a breve termine, con effetti limitati e transitori. Inizialmente si è registrato un aumento della volatilità, un leggero calo dei mercati azionari e una svalutazione del dollaro.
Tuttavia, la longevità di questa chiusura dipende interamente dalla rigidità delle posizioni politiche. Alcuni analisti prevedono una risoluzione rapida, magari entro circa dodici giorni, ipotizzando che i Democratici possano cedere per evitare danni prolungati alla loro base elettorale. Altri ritengono che lo stallo possa trascinarsi per settimane, se le parti rimangono ferme sul nodo dei sussidi sanitari.
Con la Casa Bianca che utilizza lo shutdown come leva per riscrivere il perimetro del governo e i Democratici che mantengono la linea sul welfare, questa paralisi governativa appare come il segnale più netto della crescente polarizzazione a Washington , con conseguenze reali e dolorose per i cittadini, l’economia e la stabilità politica globale.