Berna/Washington, 14 Novembre 2025

La vertenza commerciale tra gli Stati Uniti e la Svizzera, che per mesi ha minacciato di paralizzare settori chiave dell’economia elvetica, ha trovato oggi una soluzione diplomatica. La Casa Bianca ha annunciato un “Framework” per un accordo che ridurrà drasticamente i dazi statunitensi sulle merci svizzere, abbassandoli dal livello punitivo del 39% a un massimo del 15%.  

Questo taglio tariffario rappresenta una vittoria cruciale per Berna, poiché allinea il trattamento doganale degli esportatori svizzeri a quello imposto all’Unione Europea, ripristinando la parità competitiva. Il sollievo è immediato: il dazio del 39%, il più alto imposto dagli Stati Uniti a un Paese sviluppato , aveva messo a rischio tra 7.500 e 15.000 posti di lavoro in settori vitali come l’orologeria, i macchinari e gli strumenti di precisione.  

Il Prezzo della Parità: $200 Miliardi per la Manifattura USA

L’accordo, descritto dal governo svizzero come un “memorandum d’intesa non vincolante” , non è stato gratuito.  

In cambio della riduzione tariffaria, le aziende svizzere e del Liechtenstein si sono impegnate in un piano di investimenti diretti esteri (IDE) senza precedenti negli Stati Uniti, per un ammontare di almeno 200 miliardi di dollari entro la fine del 2028. Di questo, si prevede che almeno 67 miliardi di dollari (o 70 miliardi, secondo l’USTR ) saranno investiti nel solo 2026.  

L’investimento è strettamente orientato a sostenere la produzione manifatturiera americana e a ridurre il deficit commerciale statunitense. L’obiettivo dichiarato degli Stati Uniti è spingere la Svizzera a “spostare gran parte della produzione” negli Stati Uniti. I settori primari interessati includono:  

  • Prodotti Farmaceutici e Dispositivi Medici: Con colossi come Roche e Novartis che hanno già annunciato ingenti impegni finanziari.  
  • Fusione dell’Oro: Un settore chiave, dato che il surplus commerciale svizzero era stato esacerbato dalle esportazioni di lingotti.  
  • Attrezzature Ferroviarie.  

Il Ministro dell’Economia elvetico, Guy Parmelin, ha sottolineato che l’impegno di $200 miliardi proviene dal settore privato, ma rappresenta il successo del “Team Svizzera”, l’azione congiunta di lobbying e diplomazia che ha coinvolto anche i vertici di aziende del lusso come Richemont e Rolex in colloqui diretti con l’amministrazione statunitense.  

Concessioni Reciproche e L’Eccezione dei Prodotti Sensibili

In un’ottica di reciprocità, la Svizzera ha anche promesso di ridurre i propri dazi su una gamma di prodotti americani, inclusi prodotti industriali, pesce, frutti di mare e prodotti agricoli “non sensibili”.  

Inoltre, Berna garantirà quote duty-free per specifiche carni statunitensi: 500 tonnellate di manzo, 1.000 tonnellate di carne di bisonte e 1.500 tonnellate di pollame.  

Tuttavia, il ritorno alla “normalità” non sarà completo per tutti: l’accordo prevede che il dazio massimo sia del 15%, ma per alcuni prodotti precedentemente tassati a un tasso inferiore, come il formaggio Gruyère (che passa dal 10% al 15%), il costo rimarrà superiore allo status quo ante l’escalation.  

Il Framework non è un Trattato di Libero Scambio definitivo, ma un memorandum che pone le basi per un accordo formale sul Commercio Equo, Bilanciato e Reciproco, con l’obiettivo di concludere i negoziati nel primo trimestre del 2026. L’intesa stabilizza il clima commerciale, scambiando un massiccio afflusso di capitali svizzeri per la sicurezza dell’accesso al mercato statunitense.