Pechino usa la sua leva sulle materie prime critiche come moneta di scambio in un nuovo accordo commerciale con Washington. Ma la tregua durerà solo fino al 2026.

Sabato 8 novembre 2025, il Ministero del Commercio cinese (MOFCOM) ha annunciato una mossa sorprendente che segnala un momentaneo disgelo nella guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti: la sospensione del divieto di esportazione di tre metalli critici – gallio, germanio e antimonio – verso gli Stati Uniti.   

Questo annuncio è stato immediatamente interpretato come un chiaro segnale di distensione nelle tensioni che da mesi avevano stressato la catena di approvvigionamento globale, in particolare nel settore dei semiconduttori.   

La Geopolitica dei Minerali a Duplice Uso

Il cuore della contesa risiede nel ruolo strategico di questi materiali. Gallio, germanio e antimonio sono noti come “minerali a duplice uso”, essenziali sia per i prodotti civili di massa che per le applicazioni militari avanzate :   

  • Gallio e germanio: Componenti fondamentali per i semiconduttori ad alte prestazioni, sensori a infrarossi, fibre ottiche e tecnologia LED.   
  • Antimonio: Utilizzato in leghe, ritardanti di fiamma e, in ambito militare, in munizioni e missili.   

La Cina, che domina la produzione globale di questi metalli (con quote che raggiungono circa il 60-70% per il gallio) , aveva imposto i divieti (entrati in vigore tra l’inizio e la fine del 2024) , come ritorsione diretta alle restrizioni statunitensi sull’esportazione di chip avanzati e tecnologie di produzione di semiconduttori verso Pechino.   

Un Accordo valido Fino al 2026

La sospensione del divieto non è un atto unilaterale di benevolenza, ma un elemento chiave di un accordo economico più ampio raggiunto tra il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il Presidente cinese, Xi Jinping, durante il loro recente incontro a Seoul.   

L’accordo costituisce un classico quid pro quo negoziale :   

  • Concessioni Cinesi: Sospensione delle restrizioni sui tre minerali e attenuazione dei controlli sull’esportazione di grafite (cruciale per le batterie agli ioni di litio) , in cambio di riduzioni tariffarie da parte di Washington.   
  • Durata limitata: La tregua commerciale avrà una scadenza precisa: sarà in vigore da domenica 9 novembre 2025 fino alla fine di novembre 2026.   

Questa sospensione limitata nel tempo permette a entrambe le potenze di prendere fiato. Per Pechino, la mossa reinserisce i suoi materiali in un mercato redditizio e dimostra che il controllo sui minerali è una leva negoziale. Per Washington, essa offre sollievo alle catene di approvvigionamento del settore automotive e tecnologico, mitigando le carenze globali di semiconduttori.   

L’Europa e la Corsa all’Autonomia

L’accordo è stato negoziato in modo strettamente bilaterale (USA-Cina), sollevando inizialmente il timore che l’Europa potesse rimanere esclusa dal beneficio della sospensione.   

Tuttavia, il Commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic, ha espresso la convinzione che la sospensione si applicherà anche all’Unione Europea, interpretando l’accordo come erga omnes, cioè applicabile universalmente.   

Nonostante questo potenziale beneficio collaterale, la vulnerabilità geopolitica rimane. L’UE, il cui Green Deal dipende da tali materie prime, sta intensificando la propria strategia per l’autonomia mineraria (denominata “Resource EU”). L’obiettivo è accelerare la diversificazione delle fonti, stringendo partnership con paesi come Australia, Canada e Groenlandia, per evitare di dipendere dalla discrezionalità politica di Pechino.   

In sintesi, l’annuncio cinese rappresenta un cessate il fuoco tattico, essenzialmente uno scambio tra materie prime e dazi. Tuttavia, non risolve il conflitto di fondo. La scadenza del 2026 stabilisce un orologio per l’Occidente: il tempo a disposizione deve essere utilizzato per costruire catene di approvvigionamento resilienti, riducendo la dipendenza dalla Cina per la lavorazione di questi minerali critici.