31 ottobre 2025 — L’economia di Taiwan ha sorpreso i mercati nel terzo trimestre del 2025, registrando un’espansione preliminare del Prodotto Interno Lordo (PIL) pari al 7.6% su base annua. Questo risultato ha superato nettamente le aspettative degli economisti, che in un sondaggio Reuters si attestavano al 6.0%.   

Se da un lato la cifra conferma l’eccezionale resilienza dell’economia insulare, dall’altro l’analisi rivela una prosperità settorialmente iper-concentrata e a tempo, sollevando seri interrogativi sulla sostenibilità nel 2026.

Il Motore Inarrestabile dell’AI

Il successo di Taiwan è quasi interamente attribuibile all’impennata delle esportazioni di Information & Communication Technology (ICT) e semiconduttori, settori alimentati dalla domanda globale per applicazioni di Intelligenza Artificiale (AI). Taiwan, sede di Taiwan Semiconductor Manufacturing Co. (TSMC), l’epicentro della produzione di chip logici avanzati, è l’attore indispensabile che alimenta l’infrastruttura tecnologica globale.   

I dati commerciali sono sbalorditivi: ad agosto, le esportazioni di merci sono balzate del 34.1% su base annua, un incremento che le analisi di FocusEconomics hanno collegato direttamente al boom dell’AI.

La Fragilità della “Dual Economy”

Questa esuberanza esterna maschera tuttavia una profonda disparità interna, nota agli analisti come “Dual Economy”. Mentre i giganti high-tech prosperano, la spesa per i consumi domestici e la maggior parte dei settori manifatturieri tradizionali ristagnano. Nel secondo trimestre 2025, ad esempio, la crescita reale del consumo finale privato è stata un modesto +0.49%. La sfida strutturale di Taiwan è fare in modo che i windfall economici generati dal settore AI si diffondano ampiamente, sostenendo i salari e il consumo di massa.   

Il rischio più immediato, tuttavia, è legato al commercio. L’eccezionale crescita del Q3 è stata parzialmente gonfiata da un fenomeno transitorio noto come front-loading: le aziende hanno accelerato le spedizioni nel 2025 per anticipare l’impatto imminente delle tariffe USA del 20% su alcuni prodotti taiwanesi non esenti. I semiconduttori, l’export chiave, sono finora esclusi da tali dazi, ma i settori manifatturieri tradizionali ne stanno già risentendo pesantemente.

L’Outlook 2026 e il Rischio Geopolitico Sistemico

L’esaurimento di questo anticipo di domanda è destinato a portare a una brusca decelerazione nel prossimo anno. Le proiezioni di crescita per il 2026 sono state drasticamente abbassate, attestandosi tra il 2.68% (Banca Centrale) e il 2.81% (DGBAS), una netta normalizzazione rispetto all’attuale performance.   

A complicare il quadro economico si aggiunge il rischio geopolitico. L’aumento esponenziale della dipendenza globale dall’industria taiwanese dei semiconduttori, che è vitale per le tecnologie emergenti, rende l’isola un obiettivo strategico di valore ancora più elevato. L’Institute for Economics & Peace (IEP) valuta che un conflitto su vasta scala su Taiwan comporterebbe una perdita di $10 trilioni per l’economia globale. Anche un semplice scenario di blocco marittimo provocherebbe una perdita di $2.7 trilioni a livello globale nel primo anno.   

In sintesi, la performance del Q3 2025 è un trionfo della specializzazione nell’AI e della capacità di Taiwan di capitalizzare la rivoluzione tecnologica. Ma per gli investitori e i policy makers, la vera sfida non è la crescita attuale, ma la gestione di un rischio esterno che, per la sua natura sistemica, ha un costo economico globale senza precedenti.