Il 23 ottobre 2025, un’alleanza strategica destinata a ridefinire lo scacchiere globale dell’aerospazio ha preso forma. Airbus, Leonardo e Thales hanno firmato un Memorandum d’Intesa (MoU) per unificare le rispettive attività spaziali, dando vita a un “campione continentale integrato” con l’obiettivo esplicito di rafforzare la sovranità e l’autonomia tecnologica europea.

L’accordo, fortemente sostenuto dai governi di Roma e Parigi, segna l’avvio della risposta strutturale del Vecchio Continente alla prepotente avanzata della New Space Economy, in particolare alla sfida lanciata da SpaceX e dalla sua dominante costellazione di connettività, Starlink.

I Numeri del Polo Spaziale Europeo

La futura società, che sarà operativa dal 2027 dopo il completamento delle necessarie autorizzazioni normative , si configura come un vero e proprio Golia industriale. Le stime ufficiali proiettano un’entità con circa 25.000 dipendenti, un fatturato annuo superiore ai sei miliardi di euro e un portafoglio ordini robusto, equivalente a oltre tre anni di ricavi.  

L’obiettivo dichiarato dai tre amministratori delegati – Guillaume Faury (Airbus), Roberto Cingolani (Leonardo) e Patrice Caine (Thales) – è quello di mettere a fattor comune talenti, risorse e capacità di ricerca e sviluppo , superando la frammentazione che ha storicamente rallentato l’industria spaziale europea rispetto ai rivali cinesi e americani.

Governance e Il Nodo della Valorizzazione

La struttura proprietaria della NewCo riflette un bilanciamento tra i partner, sebbene con un leggero predominio azionario franco-tedesco:

Airbus: 35%  

Leonardo: 32,5%  

Thales: 32,5%  

Le aziende hanno assicurato una “governance equilibrata” e hanno specificato che l’Amministratore Delegato non sarà scelto a rotazione tra i soci, una mossa volta a garantire stabilità e visione strategica a lungo termine.  

Nonostante l’ottimismo politico e la firma del MoU, la strada verso il closing non è priva di ostacoli, come evidenziato dalle dichiarazioni di Thales. Fonti Reuters hanno infatti riportato nella giornata che Thales ha cautamente specificato che “non c’è ancora accordo sui satelliti con Airbus, Leonardo”. Questa frizione riguarda la cruciale valorizzazione finanziaria degli asset, in particolare quelli di Thales Alenia Space (TAS), la joint venture che produce satelliti e che vede Thales al 67% e Leonardo al 33%.  

La cautela francese suggerisce che la negoziazione sul fair value delle attività spaziali è ancora intensa, e dal successo di questo negoziato dipenderà la tempistica dell’operazione.

Prossimi Passi: Antitrust e Sindicati

L’operazione, che punta a consolidare l’offerta europea e a contribuire a programmi strategici come la costellazione di connettività IRIS² , è ora soggetta a un duplice binario di approvazione:  

Consultazione Sindacale: L’obbligo di informare e consultare i rappresentanti delle unioni sindacali, in conformità con le leggi nazionali. I sindacati italiani, pur accogliendo l’iniziativa, hanno chiesto garanzie contro possibili “sovrapposizioni industriali” che potrebbero impattare i siti produttivi.  

Autorizzazione Antitrust UE: L’ottenimento del via libera da parte della Commissione Europea. I manager di Leonardo si sono detti fiduciosi che il “livello di concorrenza sia assolutamente assicurato” , contando sul fatto che Bruxelles guarderà al consolidamento come uno strumento necessario per la sovranità strategica contro i giganti extra-UE.  

La reazione in Borsa è stata di cauto rialzo per i mercati europei, con il titolo Leonardo tra i primi a beneficiarne a Milano. L’accordo formalizzato del 23 ottobre elimina l’incertezza sulla volontà di procedere, ma i complessi passaggi finanziari e regolamentari renderanno il percorso verso il 2027 una prova decisiva per l’ambizione spaziale europea.