Il braccio di ferro sulle terre rare e l’ultimatum di Trump: se salta l’accordo entro l’1 novembre, in arrivo dazi fino al 155%

Kuala Lumpur – I negoziati commerciali ad alto livello tra Cina e Stati Uniti sono ripresi sabato 25 ottobre a Kuala Lumpur, in Malesia, confermando un cruciale e urgente tentativo diplomatico per disinnescare una spirale di escalation economica. La posta in gioco è la continuazione del dialogo tra le due superpotenze: il successo di questo round negoziale, che si svolge a margine del vertice ASEAN , è considerato l’unico modo per scongiurare un’imminente catastrofe tariffaria e “preparare il terreno” per l’incontro tra il Presidente Donald Trump e il Presidente Xi Jinping, atteso la prossima settimana.  

L’urgenza è dettata dall’ultimatum di Washington. Il Presidente Trump ha infatti minacciato di applicare dazi aggiuntivi pari al 100% , con alcune fonti che riportano la minaccia addirittura al 155% sulle importazioni cinesi, se non verrà raggiunto un accordo entro il 1° novembre.

La Guerra delle Armi Economiche

I colloqui sono stati innescati dalla mossa strategica di Pechino di imporre nuovi controlli sull’export di magneti e minerali di terre rare, un settore in cui la Cina domina producendo circa il 70% dell’offerta mondiale. Questa mossa è stata interpretata come una ritorsione diretta alle restrizioni statunitensi sui semiconduttori avanzati.  

Guidano i colloqui il Vice Premier cinese He Lifeng e la delegazione statunitense composta dal Segretario al Tesoro Scott Bessent e dal Rappresentante per il Commercio Jamieson Greer. Prima dell’incontro, il Segretario Bessent aveva definito il nuovo sistema di controlli sulle terre rare come “impraticabile e inaccettabile”. Il principale obiettivo statunitense a Kuala Lumpur è specificamente quello di “invertire e porre fine” a questi controlli.  

Tuttavia, gli analisti avvertono che è estremamente improbabile che la Cina rinunci completamente a questa leva. Come ha notato Josh Lipsky, chair di economia internazionale presso l’Atlantic Council, il controllo delle terre rare è la “leva primaria che hanno” contro le restrizioni tecnologiche USA.

Compromessi Modesti e Tregua Fragile

Le aspettative su una svolta epocale sono basse; l’obiettivo è limitare i danni e raggiungere “compromessi modesti”.  

Le aree di potenziale accordo riflettono un baratto tra concessioni strategiche e transazionali:

Concessioni Cinesi: Impegni ad aumentare l’acquisto di prodotti agricoli statunitensi, in particolare soia, e aeromobili Boeing.  

Concessioni USA: Washington potrebbe allentare alcune restrizioni sull’export di semiconduttori avanzati verso la Cina.  

Il successo misurabile dei colloqui sarà il ripristino di un “cessate il fuoco intermedio” , essenziale per sbloccare il vertice Trump-Xi. In assenza di questo accordo, si aprirebbe immediatamente uno scenario di escalation drammatica. La stessa scelta della Malesia, sede del vertice ASEAN , sottolinea il tentativo di Washington di rassicurare gli alleati regionali, preoccupati che le controversie non “facciano deragliare la crescita” del Sud-Est asiatico.  

L’incertezza sui negoziati ha già avuto ripercussioni sui mercati, con le piazze asiatiche come Hong Kong e Seul che hanno registrato cali nei giorni precedenti l’avvio dei colloqui. Qualsiasi tregua raggiunta a Kuala Lumpur sarà considerata dagli esperti come intrinsecamente fragile, confermando che la guerra commerciale è ormai sfociata in una competizione strategica strutturale tra le due maggiori economie mondiali.