13 Novembre 2025

Michael Burry, l’investitore reso celebre da The Big Short per la sua previsione della crisi del 2008, ha compiuto un gesto radicale e definitivo nel suo percorso professionale: ha ufficialmente chiuso il suo hedge fund, Scion Asset Management.

La Securities and Exchange Commission (SEC) statunitense ha registrato la terminazione dello status di registrazione del fondo il 10 novembre 2025 , segnando la fine della sua operatività come consulente d’investimento registrato (RIA). Questo atto non è una semplice riorganizzazione, ma il culmine della profonda disillusione di Burry nei confronti delle attuali dinamiche di mercato.  

L’uscita di scena, la seconda nella carriera dell’investitore dopo la chiusura del primo Scion Capital nel 2008, è stata anticipata da una lettera agli investitori datata 27 ottobre 2025, in cui Burry annunciava la liquidazione dei fondi entro la fine dell’anno.  

La sua motivazione fondamentale, rivolta a clienti e mercati, è stata inequivocabile: “La mia stima del valore nei titoli non è ora, e non è stata per qualche tempo, in sincronia con i mercati”. La decisione è stata volontaria: Scion gestiva ancora circa 155 milioni di dollari in asset discrezionali , ben oltre la soglia che impone la registrazione e la divulgazione pubblica. Per Burry, un convinto value investor, non era più possibile operare con il capitale di terzi in un mercato percepito come irrazionale.  

L’Ultimo Avvertimento: Short Bet sull’AI

Il ritiro giunge immediatamente dopo che Burry ha lanciato il suo ultimo, grande avvertimento pubblico. I filing del terzo trimestre 2025 di Scion hanno infatti rivelato una massiccia scommessa ribassista, attraverso l’acquisto di opzioni put, contro i simboli dell’euforia dell’Intelligenza Artificiale (AI): Nvidia e Palantir Technologies .

La scommessa aveva un valore nozionale combinato di oltre 1.1 miliardi di dollari . Burry, pur chiarendo che il costo effettivo per l’acquisto delle opzioni era significativamente inferiore (ad esempio, circa 9.2 milioni di dollari per l’esposizione su Palantir ), ha utilizzato la leva per esprimere una tesi ribassista con un rischio di capitale contenuto.  

La Denuncia Contabile: La “Bolla degli Utili”

La chiusura del fondo e l’ultimo short bet sono fondati su una critica analitica profonda. Burry ha accusato i giganti del cloud (hyperscalers come Google, Microsoft e Meta) di utilizzare pratiche contabili aggressive per gonfiare artificialmente i propri utili, sostenendo il rally dell’AI.  

Il nodo centrale è l’ammortamento dell’infrastruttura AI, dai costosi chip Nvidia ai server. Burry sostiene che, data la rapidissima obsolescenza tecnologica del settore, la vita utile realistica di questi asset è 2-3 anni. Tuttavia, le aziende starebbero estendendo i programmi di ammortamento a 5-6 anni o più. Allungando artificialmente il periodo, si riduce la spesa annuale sui bilanci, rendendo gli utili riportati significativamente più alti.  

Burry ha stimato che questa distorsione contabile potrebbe sottostimare l’ammortamento complessivo per circa 176 miliardi di dollari tra il 2026 e il 2028, creando una vera e propria “bolla degli utili” strutturale.  

Il Futuro “Fuori dalla Rete”

La chiusura di Scion Asset Management rappresenta l’estrema conseguenza di questa convinzione: se i dati contabili e i prezzi di mercato sono compromessi, l’investimento basato sul valore è impossibile.  

La deregistration libera Burry, che con ogni probabilità passerà a un Family Office, gestendo esclusivamente il suo patrimonio . Questa mossa, come affermato dagli analisti, è “meno come un ‘arrendersi’ e più come un allontanarsi da un gioco che crede sia fondamentalmente truccato”. Il passaggio al Family Office gli restituisce la completa indipendenza strategica e l’anonimato.  

Il messaggio finale di Burry, la “Cassandra Unchained” , è chiaro: di fronte a un mercato guidato dalla narrativa e non dalla realtà economica, a volte, l’unica mossa vincente è ritirarsi dal gioco.