La doppia scossa nelle capitali europee: DBRS promuove Roma ad ‘A’, S&P boccia Parigi ad ‘A+’. Il ministro Giorgetti esulta: “Tornati in Serie A con orgoglio”.

Il 18 e 19 ottobre 2025 rimarranno date emblematiche per la finanza europea. Nel giro di ventiquattro ore, il panorama del rischio sovrano nell’Eurozona ha registrato una clamorosa inversione di marcia, con l’Italia promossa e la Francia declassata, segnando un inatteso riallineamento delle percezioni di credito.

Italia, il ritorno nell’Olimpo del credito

A celebrare il successo è l’Italia. Nella tarda serata del 17 ottobre, l’agenzia di rating canadese DBRS Morningstar ha alzato il rating a lungo termine del nostro Paese a A (low) dal precedente BBB (high). Un upgrade che spinge l’Italia nella “Serie A” del credito sovrano, un risultato che il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha commentato con orgoglio: “Frutto del lavoro costante di questi tre anni di governo, l’Italia torna in serie A”. L’outlook è Stabile.  

Le motivazioni di DBRS si sono concentrate su fattori di stabilità strutturale: l’agenzia ha riconosciuto che il Governo in carica “si sta dimostrando stabile e credibile”. La credibilità politica si traduce in risultati concreti: DBRS ha lodato la riduzione delle vulnerabilità nel settore bancario e il miglioramento del settore estero, elementi che hanno reso l’economia italiana “più resiliente”. Nonostante l’elevato debito pubblico, l’agenzia ha premiato l’impegno a proseguire il consolidamento fiscale, ritenuto sufficiente a stabilizzare il rapporto debito/PIL nel medio termine.

Francia, il monito sui conti pubblici

Contemporaneamente, il 18 ottobre, la Francia ha subito un duro colpo da Standard & Poor’s (S&P), che ha tagliato il rating sovrano a lungo termine da AA- a A+.  

La decisione di S&P è un chiaro segnale di allarme per Parigi ed è stata motivata dalla “elevata incertezza” che grava sulle prospettive della finanza pubblica. L’agenzia prevede che il processo di consolidamento fiscale procederà “più lento del previsto” e stima che il disavanzo pubblico complessivo per il 2025 si attesterà intorno a un allarmante 5.4% del PIL. Questo declassamento, che fa seguito a un’azione analoga di Fitch a settembre , conferma che la Francia ha perso credibilità agli occhi dei mercati internazionali, erodendo la sua posizione di safe asset nell’Eurozona.

La nuova mappa del rischio in Eurozona

Il contrasto tra Roma e Parigi è netto. L’Italia è premiata per la disciplina fiscale e la stabilità politica, mentre la Francia è penalizzata per l’elevato deficit e la fragilità di governance. Questa dinamica ha portato a una forte convergenza nei mercati obbligazionari, con il rendimento del BTP decennale e quello dell’OAT francese (il titolo di Stato transalpino) che si sono trovati allineati, rispecchiando il rapido riallineamento del rischio percepito.  

Gli analisti avvertono: il deterioramento della posizione fiscale francese, un’economia core, rischia di avere “ripercussioni significative sull’intero mercato obbligazionario europeo”. Con la Francia vista da alcuni come il “nuovo anello debole” , la stabilità dell’Eurozona dipenderà ora dalla capacità del governo Lecornu di riconquistare la fiducia e dalla prontezza della BCE a utilizzare i propri strumenti per prevenire eccessivi disallineamenti di mercato.