Sharm el-Sheikh, 6 ottobre 2025

Sono al via oggi in Egitto, nella località di Sharm el-Sheikh, i colloqui tra le delegazioni di Israele e Hamas. L’obiettivo principale dei negoziati è duplice: raggiungere un cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza e definire i dettagli per lo scambio di tutti gli ostaggi israeliani ancora detenuti con un certo numero di prigionieri palestinesi.  

I colloqui, che si aprono su iniziativa egiziana e con il coordinamento di mediatori internazionali, hanno l’obiettivo di attuare il piano di pace in 20 punti promosso dal Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.  

I Punti Chiave dell’Accordo Proposto

Il piano di Trump prevede la fine immediata della guerra se entrambe le parti accettano la proposta. In base ai termini della roadmap, entro 72 ore dall’accettazione pubblica da parte di Israele, tutti gli ostaggi — vivi e deceduti — dovrebbero essere restituiti. In cambio, Israele rilascerebbe 250 detenuti condannati all’ergastolo, oltre a 1.700 abitanti di Gaza arrestati dopo il 7 ottobre 2023, comprese tutte le donne e i bambini detenuti in quel contesto. Inoltre, per ogni salma di ostaggio israeliano restituita, Israele si impegnerebbe a restituire le salme di 15 abitanti di Gaza deceduti.  Oltre allo scambio, il disarmo di Hamas e il ritiro graduale delle forze israeliane da tutte le aree popolate di Gaza rientrano nei punti fondamentali della discussione.

Delegazioni e Pressioni Internazionali

La delegazione di Hamas, guidata da Khalil al-Hayya, è già giunta in Egitto. Anche la parte israeliana ha inviato i suoi negoziatori a Sharm el-Sheikh, tra cui il ministro Ron Dermer, un alto funzionario dello Shin Bet e Gal Hirsch , con l’attesa anche di membri del Mossad. A sottolineare l’importanza del momento è la presenza di una delegazione statunitense, che include l’inviato di Trump, Steve Witkoff.  

Nonostante i negoziati siano complessi, con l’Autorità Nazionale Palestinese che continua a criticare l’esclusione dai dialoghi , il Presidente Trump si è mostrato ottimista: “Sono molto vicino a un accordo” e ha suggerito che la prima fase, quella relativa alla liberazione degli ostaggi, dovrebbe essere completata entro questa settimana. Tuttavia, il Presidente USA ha anche lanciato un severo avvertimento, chiedendo a tutte le parti di “agire velocemente”, poiché “il tempo è essenziale o seguirà un massacro”.  

Da parte israeliana, il messaggio è chiaro: se i colloqui dovessero fallire, le operazioni di combattimento riprenderanno , sebbene Tel Aviv si sia impegnata a ridurre l’offensiva per favorire l’accordo di cessate il fuoco. La posta in gioco è la liberazione dei 48 israeliani ancora prigionieri, di cui si stima una ventina siano ancora vivi.  

L’esito di questi colloqui in Egitto non definirà solo la sorte degli ostaggi e dei detenuti, ma porrà le basi per la ricostruzione e, potenzialmente, per l’inizio di un percorso verso l’autodeterminazione palestinese, come previsto dal piano USA.


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