
Il Contesto 2025: L’Inflazione come Moltiplicatore di Disuguaglianza
Le proiezioni economiche attuali (FMI, OCSE) indicano che, sebbene l’inflazione aggregata sia in rallentamento, l’accelerazione dei prezzi successiva al 2021 ha lasciato in eredità una profonda crisi distributiva. L’inflazione non è neutra; agisce come una “tassa regressiva” che sta cronicizzando la povertà e ampliando il divario tra ricchi e poveri.
La ricchezza mondiale rimane estremamente concentrata, con il 10% della popolazione più abbiente che detiene il 76% della ricchezza globale. In Italia, l’inflazione si inserisce su un tessuto sociale già caratterizzato da una “elevata vulnerabilità” strutturale, con la povertà assoluta che ha raggiunto i livelli più alti dal 2005. L’impatto asimmetrico dell’inflazione aggrava questi divari, colpendo duramente i soggetti più fragili: donne, giovani e residenti nel Mezzogiorno.
Inflazione Differenziale: La Tassa Sulla Sopravvivenza
Il problema cruciale non è l’indice generale dei prezzi, ma l’inflazione differenziale: i prezzi aumentano in modo sproporzionato per le famiglie a basso reddito, per le quali l’inflazione si manifesta come un costo maggiore sulla sopravvivenza.
L’Evidenza Quantitativa (Columbia University e Think-tank Tortuga)
● Impatto Asimmetrico (Italia): Studi sull’Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo (IPCA) hanno dimostrato che le famiglie con la minore capacità di spesa hanno subito un tasso di inflazione del 11,6% nel secondo trimestre del 2022. Nello stesso periodo, le famiglie più abbienti hanno registrato un tasso del 7,6%, con un differenziale di quattro punti percentuali. Questa disparità è dovuta al fatto che i redditi più bassi destinano la maggior parte della spesa a beni essenziali con prezzi in forte aumento, come energia (+73,2% ad ottobre) e alimentari (+13,1% ad ottobre).
● Povertà Nascosta (Columbia/LSE): Ricercatori della Columbia University (Christopher Wimer, Sophie Collyer) e della London School of Economics (Xavier Jaravel) hanno rilevato che l’uso di un indice di inflazione aggiustato per la disuguaglianza ha classificato 3.2 milioni di persone in più come povere negli Stati Uniti nel 2018, rispetto alle metriche standard . Il reddito reale delle famiglie nel quintile inferiore della distribuzione è diminuito di quasi il 7% tra il 2004 e il 2018 a causa di questo fenomeno . L’alta inflazione accelera ulteriormente questa erosione del potere d’acquisto
Il Divario Salari-Profitti (Profit Inflation)
L’inflazione è anche guidata dalla “profit inflation” (o greedflation), dove le imprese aumentano i prezzi più dell’aumento dei costi, espandendo i margini di profitto a scapito dei salari reali . Mentre i lavoratori hanno sopportato interamente la significativa riduzione del valore reale dei salari , le proiezioni sui profitti aziendali, pur essendo più modeste nel 2025, rimangono elevate rispetto alla spesa per consumi, mantenendo il divario redistributivo . L’OCSE prevede in Italia un aumento dei salari reali del 2,6% nel 2025 e del 2,2% nel 2026, ma la sostenibilità dipende dalla capacità di affrontare la cronica stagnazione della produttività.
Politica Monetaria e Amplificazione della Disuguaglianza (Modelli HANK)
I modelli economici avanzati (come gli HANK – Heterogeneous-Agent New Keynesian) confermano che la politica monetaria restrittiva, necessaria per abbassare l’inflazione, ha effetti asimmetrici che amplificano la disuguaglianza .
-Canale di Redistribuzione del Risparmio: L’aumento dei tassi d’interesse favorisce i creditori (tipicamente le famiglie ad alto reddito e risparmiatrici) a scapito dei debitori (spesso i meno abbienti con mutui a tasso variabile), aumentando la disuguaglianza di ricchezza .
-Canale di Eterogeneità dei Redditi da Lavoro: L’impatto degli shock di politica monetaria sull’ineguaglianza salariale è molto più pronunciato in un ambiente di alta inflazione . Le retribuzioni e l’occupazione dei lavoratori a basso reddito sono più volatili e colpite per prime da un rallentamento economico indotto dai tassi alti, trasformando la crisi ciclica in povertà strutturale .
-Proiezioni HANK (BCE): Simulazioni condotte con modelli HANK dalla Banca Centrale Europea hanno indicato che un aumento anticipato dei tassi avrebbe penalizzato con maggiore forza le famiglie nella parte inferiore della distribuzione della ricchezza, la cui propensione marginale al consumo era già depressa .
Prospettive Future (2025-2030): I Driver Strutturali dell’Inflazione
Il rischio maggiore per il futuro è che l’inflazione rimanga strutturalmente più alta a causa di forze macroeconomiche di lungo termine, rendendo la povertà differenziale un problema cronico. Allianz Trade ha identificato cinque fattori, le “Cinque D”, che sosterranno la pressione inflazionistica nel prossimo futuro :
● Deglobalizzazione: Le strategie di reshoring o friendshoring (riportare la produzione in patria o verso paesi alleati) aumentano la resilienza delle catene di approvvigionamento, ma riducono l’efficienza globale, aumentando i costi di produzione e quindi i prezzi al consumo .
● Decarbonizzazione: La transizione energetica comporta un aumento dei costi (ad esempio, tramite i prezzi del carbonio) che si traduce in una persistente “Green Inflation”. Questa colpisce sproporzionatamente le famiglie a basso reddito a causa dei costi energetici di base .
● Demografia: La diminuzione della forza lavoro attiva (invecchiamento) aumenta la pressione salariale, contribuendo a dinamiche inflazionistiche di costi-salari .
● Debito: I livelli elevati di debito pubblico possono creare un bias inflazionistico, spingendo potenzialmente le Banche Centrali a tollerare un’inflazione più alta per gestirne la sostenibilità .
Questi fattori suggeriscono che l’economia globale potrebbe entrare in un periodo di crescita potenziale più lenta e costi strutturalmente più elevati, un ambiente che accentua la disuguaglianza e frena il progresso nella riduzione della povertà .
Strategie e Raccomandazioni Politiche (OCSE/FMI)
Per mitigare il rischio di povertà strutturale indotta dall’inflazione, le istituzioni internazionali raccomandano un intervento mirato:
-Politica Fiscale Progressiva: L’OCSE e l’FMI raccomandano l’uso di politiche fiscali mirate e temporanee per proteggere i redditi più bassi, ad esempio attraverso l’adeguamento di detrazioni fiscali o la riduzione del carico fiscale sui redditi medio-bassi .
-Imposte sugli Extra-Profitti: Per finanziare il sostegno alle fasce vulnerabili e riequilibrare la ridistribuzione a favore dei profitti, alcuni Paesi hanno introdotto o preso in considerazione imposte temporanee sugli extra-profitti (windfall taxes) .
-Rafforzamento delle Reti di Sicurezza: I trasferimenti diretti e forfettari (come i sussidi) sono considerati lo strumento più idoneo per ammortizzare gli effetti distributivi dell’inflazione, poiché la politica monetaria ha effetti molto limitati sulla disuguaglianza di consumo . La Banca Mondiale raccomanda di concentrarsi sull’analisi e il rafforzamento delle reti di sicurezza .
La lotta all’inflazione futura e alla disuguaglianza richiede un coordinamento esplicito tra politica monetaria (per la stabilità dei prezzi) e politica fiscale (per l’equità distributiva).