Peter Oppenheimer, stratega di Goldman Sachs, lancia l’avvertimento: l’S&P 500 è atteso produrre il rendimento più basso tra i mercati globali nei prossimi dieci anni, ostacolato da valutazioni estese e dalla diffusione dei benefici dell’AI.
Dopo oltre un decennio di dominio indiscusso, l’eccezionalismo azionario statunitense potrebbe essere giunto a un punto di svolta. Peter Oppenheimer, Chief Global Equity Strategist di Goldman Sachs, ha recentemente pubblicato una previsione decennale (2025-2035) che scuote le fondamenta dei portafogli d’investimento.
Il verdetto è chiaro: l’indice S&P 500 è previsto registrare il rendimento annualizzato più debole tra le principali regioni globali, stimato a un modesto 6.5%.
Questa proiezione, contenuta nel report Building Long-Term Returns, è particolarmente rilevante poiché Oppenheimer è stato uno dei primi strateghi a prevedere correttamente la recente sottoperformance a breve termine dei titoli statunitensi.

Il Freno delle Valutazioni Limite
Secondo Goldman Sachs, la ragione principale della debolezza attesa per gli Stati Uniti non risiede in un crollo degli utili aziendali, ma in un insostenibile premio di valutazione. Attualmente, l’S&P 500 viene scambiato con un premium superiore al 50% rispetto ai suoi omologhi globali.
Questo alto punto di partenza significa che il potenziale di ulteriore apprezzamento dei prezzi è limitato. Il modello di Goldman Sachs prevede che il multiplo prezzo-utili (P/E) dell’S&P 500 subirà una contrazione graduale nel corso del decennio. Questa attesa compressione di valutazione si tradurrà in un “freno” negativo dell’1% annualizzato sul rendimento totale , rendendo il mercato USA strutturalmente vulnerabile alla regressione verso la media storica.
Inoltre, i venti di coda macroeconomici che hanno gonfiato i profitti statunitensi — come i tassi di interesse costantemente in calo e i margini di profitto record (saliti dal 5% del 1990 al 13% attuale) — sono destinati a indebolirsi nel prossimo decennio.
I Mercati Globali Pronti al Sorpasso
La sottoperformance statunitense è la base per una forte opportunità di rendimento nei mercati internazionali. La tesi di Oppenheimer è un mandato chiaro per la diversificazione, in particolare verso i Mercati Emergenti (EM).
Le Proiezioni di Rendimento Annualizzato a 10 Anni (Goldman Sachs)
- Mercati Emergenti (EM): 10.9%
- Asia ex-Giappone: 10.3%
- Giappone: 8.2%
- Europa: 7.1%
- Stati Uniti (S&P 500): 6.5%
I Mercati Emergenti sono visti come i principali outperformer, con rendimenti attesi che superano gli Stati Uniti di oltre 4 punti percentuali. Questa crescita è guidata da tre catalizzatori principali:
- Crescita Nominale del PIL: Le economie emergenti, in particolare Cina e India, godranno di una crescita nominale del PIL significativamente più robusta, che si traduce direttamente in una crescita degli utili aziendali più forte.
- Riforme Strutturali: I mercati EM stanno migliorando la loro credibilità e governance attraverso riforme strutturali e politiche volte ad aumentare le distribuzioni agli azionisti.
- La Democratizzazione dell’AI: Goldman Sachs sfida l’idea che l’Intelligenza Artificiale sia un motore di crescita confinato alle mega-cap tecnologiche USA. L’analisi suggerisce che i benefici a lungo termine si diffonderanno a livello globale, spingendo la crescita in settori reali come energia, capital goods e infrastrutture necessarie per supportare il boom di CapEx dell’AI.
Il “Vento di Coda” Valutario
Un ulteriore fattore a favore dei mercati internazionali è la valuta. Il team di Goldman Sachs stima che il dollaro USA sia sopravvalutato di circa il 15%.
La persistente forza del dollaro ha storicamente eroso i rendimenti in USD degli investimenti internazionali. La previsione di un’inversione di tendenza pluriennale — un dollaro più debole — agirebbe come un potente “vento di coda”, amplificando i rendimenti tradotti in dollari delle azioni non-USA.
In conclusione, la previsione di Peter Oppenheimer segnala un cambiamento epocale nel ciclo di mercato. Dopo quasi 15 anni di predominio statunitense (un ciclo eccezionalmente lungo rispetto alla media storica di circa otto anni ), gli investitori globali sono ora incoraggiati a guardare oltre Wall Street per catturare la crescita più dinamica e le valutazioni più ragionevoli offerte da Europa, Giappone e, soprattutto, dai Mercati Emergenti.