La Sorpresa del +0,2% che Nasconde una Frattura
L’economia dell’Eurozona ha evitato la stagnazione, crescendo dello 0,2% nel terzo trimestre del 2025, secondo le stime flash di Eurostat rilasciate oggi, 30 ottobre. Il dato ha marginalmente superato la previsione del consenso degli analisti, che si era fermato a +0,1%. Questo modesto balzo segna un lieve miglioramento rispetto allo 0,1% registrato nel trimestre precedente.
Tuttavia, l’analisi approfondita rivela un blocco economico spaccato, con la crescita sostenuta non più dai suoi pilastri industriali, ma dalla resilienza dei settori dei servizi nel Sud Europa.

Portogallo Leader, Germania e Italia a Rischio Stallo
Il dato aggregato è trainato da performance straordinariamente divergenti:
–Il Leader: Il Portogallo si è imposto come l’economia più dinamica del Q3, registrando una robusta crescita del +0,8% su base congiunturale. Questa forza è attribuibile principalmente alla tenuta della domanda interna e al boom del settore viaggi e turismo, la cui spinta è prevista contribuire al 21,5% del PIL nazionale nel 2025.
–La Stasi dei Giganti: All’estremo opposto, i pilastri industriali dell’Eurozona sono in difficoltà. La Germania ha registrato una stagnazione completa (0,0%), dopo una contrazione nel trimestre precedente, a causa della crisi della sua manifattura e del calo delle esportazioni. Anche l’Italia ha visto il proprio PIL fermarsi sullo 0,0% nel Q3, riuscendo a evitare una contrazione più profonda solo grazie al contributo stabilizzante degli investimenti e della domanda interna.
Le Implicazioni per la BCE
Questa crescita fragile e disomogenea (il dato annuale è in rallentamento all’1,3% ) complica il dibattito nella riunione odierna della Banca Centrale Europea (BCE).
Sebbene il +0,2% riduca la pressione per interventi aggressivi, la stagnazione industriale nei Paesi core e la persistenza dell’inflazione core (spinta dai servizi, come in Portogallo) creano un dilemma:
–Tagliare i tassi per sostenere le economie in stallo (Germania/Italia) rischia di riaccendere le pressioni inflazionistiche.
–Mantenere i tassi per domare l’inflazione core rischia di prolungare la crisi industriale.
La prospettiva più probabile è una strategia di cauta “pausa” sui tassi, in attesa di segnali più chiari di una ripresa sincronizzata. Senza un allentamento delle tensioni commerciali globali, che darebbe respiro alla manifattura, l’Eurozona rischia di rimanere bloccata in un sentiero di crescita a due velocità.