L’approvazione della prima fase di votazione al Senato per sbloccare lo shutdown governativo, il più lungo della storia con 40 giorni di paralisi , innesca una reazione economica e finanziaria immediata, trasformando un periodo di tensione in una potenziale ondata di volatilità, guidata dal rilascio di dati macroeconomici critici.

Il Compromesso Politico e la Tregua di Breve Durata
L’accordo raggiunto al Senato ha superato un cruciale ostacolo procedurale. Sebbene non abbia risolto il nodo politico centrale, l’estensione dei sussidi sanitari ACA, che ha causato lo shutdown , ha garantito un compromesso essenziale. Le agenzie chiave, come il Dipartimento degli Affari dei Veterani e l’Agricoltura, hanno ottenuto finanziamenti per l’intero anno fiscale, ma la maggior parte del governo opererà sotto una Continuing Resolution (CR) che scadrà alla fine di gennaio.
La risoluzione immediata più significativa è l’approvazione della retribuzione arretrata (back pay) per i lavoratori federali , mitigando il danno sociale e garantendo la riapertura di dipartimenti cruciali.
L’Impatto sui Mercati
Durante le settimane di paralisi, i mercati finanziari hanno sperimentato un’insolita situazione, che il Treasury Borrowing Advisory Committee (TBAC) ha attribuito esplicitamente alla “mancanza di dati economici statunitensi in grado di muovere il mercato”.
La riapertura inietta immediatamente liquidità nel sistema: la distribuzione retroattiva della back pay ai dipendenti e la riattivazione dei contratti federali creano quello che gli analisti hanno definito un effetto “Stealth QE” (Quantitative Easing). Questo afflusso di dollari è atteso confluire nel sistema bancario, potenzialmente generando un “massiccio afflusso verso gli asset di rischio” nel breve termine.
Tuttavia, l’instabilità è in agguato: i bond governativi statunitensi potrebbero vedere un aumento della volatilità, sebbene mantengano un’attrattiva data l’attuale livello dei rendimenti.
Il Diluvio di Dati Macroeconomici Critici
Il blocco governativo ha creato un significativo backlog di rapporti essenziali, ostacolando la capacità della Federal Reserve (Fed) di condurre una politica monetaria data-dependent e di valutare la necessità di ulteriori tagli ai tassi.
Tra i rapporti ritardati figurano:
- I Rapporti Mensili sul Lavoro (inclusi settembre e ottobre).
- L’Indice dei Prezzi al Consumo (IPC) e l’Indice delle Spese per Consumi Personali (PCE), l’indicatore di inflazione preferito dalla Fed.
- La stima del Prodotto Interno Lordo (PIL).
- I rapporti su Vendite al Dettaglio e Housing Starts.
Sulla base dei precedenti storici (come lo shutdown del 2013), i rapporti più datati, come il rapporto sul lavoro di settembre, sono attesi essere rilasciati entro pochi giorni dalla riapertura completa delle agenzie. Questa concentrazione di mesi di informazioni macroeconomiche forzerà “investitori e policymaker ad aggiornare rapidamente le loro prospettive” , portando a un probabile aumento della volatilità e a un rapido repricing dei tassi d’interesse.
In conclusione, la fine della paralisi offre un sollievo economico immediato, ma trasferisce l’incertezza: il rischio di un nuovo shutdown incombe già sulla scadenza del 30 gennaio , e il rilascio concentrato dei dati cruciali sta per mettere alla prova i mercati finanziari.