La Commissione Europea ha mosso un attacco formale contro Meta Platforms Inc., emettendo in via preliminare delle “constatazioni” che accusano Facebook e Instagram di aver violato diverse disposizioni chiave del Digital Services Act (DSA). Se confermate, queste violazioni, relative principalmente all’opacità e all’inefficacia nella gestione dei contenuti illegali e della disinformazione, potrebbero costare al colosso tecnologico miliardi di euro in sanzioni.

L’ACCUSA: DATI INAFFIDABILI E DARK PATTERNS
Le contestazioni di Bruxelles si concentrano su due aree critiche, evidenziando come Meta, in quanto fornitore di “Very Large Online Platforms” (VLOPs), non stia adempiendo ai suoi obblighi di trasparenza e responsabilità.
1. Ostacolo alla Ricerca e alla Trasparenza sui Dati: La Commissione ha riscontrato che Meta ha imposto condizioni “gravose” per l’accesso ai dati pubblici per i ricercatori accreditati. Questo ha portato alla fornitura di dati incompleti o inaffidabili, ostacolando in modo significativo la capacità di terzi di monitorare la diffusione di contenuti dannosi, come la disinformazione e gli impatti sociali generati dagli algoritmi. L’accesso ai dati è considerato cruciale dal DSA per garantire lo scrutinio pubblico sull’operato delle piattaforme.
2. Meccanismi di Segnalazione Inefficaci: Meta è accusata di aver violato le regole sui sistemi di “Notifica e Azione” (Notice and Action), i meccanismi che consentono agli utenti di segnalare contenuti illegali (come materiale pedopornografico o contenuti terroristici). La Commissione ha stabilito che questi sistemi non sono intuitivi, imponendo “diversi passaggi inutili e richieste aggiuntive”.
Ancora più grave, l’UE sostiene che Facebook e Instagram stiano utilizzando i cosiddetti “dark patterns”—scelte di design manipolative—che scoraggiano attivamente gli utenti dal completare la segnalazione di contenuti problematici. Meta è anche accusata di non aver fornito spiegazioni sufficienti agli utenti sulla rimozione dei loro post o account, minando la trasparenza e la possibilità di contestazione.
IL RISCHIO DI SANZIONI E LA REAZIONE DI META
L’azione della Commissione segna un chiaro rafforzamento nell’applicazione del DSA. Se le violazioni saranno confermate al termine del procedimento, Meta rischia sanzioni che possono raggiungere fino al 6% del suo fatturato annuo globale.
Nonostante la minaccia finanziaria, il portavoce di Meta, Ben Walters, ha dichiarato che l’azienda non è d’accordo con “qualsiasi suggerimento di aver violato il DSA” e che sta continuando le negoziazioni con i funzionari dell’UE.
Il caso Meta-DSA rappresenta ora una prova di forza decisiva per l’autorità regolatoria europea, ponendo l’attenzione non solo sui contenuti, ma sull’architettura stessa e sulla trasparenza operativa dei giganti digitali.