Domenica 26 ottobre 2025, l’Argentina affronterà un voto di midterm che è molto più di una semplice elezione legislativa. È un referendum diretto sulla rivoluzione “anarco-capitalista” del Presidente Javier Milei, che in quasi due anni ha riscritto le regole economiche del Paese, ma che ora rischia il tracollo politico.  

Gli elettori rinnoveranno metà della Camera dei Deputati (127 seggi) e un terzo del Senato (24 seggi). La posta in gioco per Milei è cruciale: il presidente, che governa in forte minoranza , deve ottenere almeno un terzo dei seggi in entrambe le Camere per creare il cosiddetto “scudo legislativo”. Senza questa soglia, l’opposizione può continuare a scavalcare i veti presidenziali, paralizzando di fatto la sua agenda di riforme.

Il Divario tra Conti e Consenso

L’amministrazione Milei ha agito con una rapidità che ha sorpreso gli osservatori internazionali, raggiungendo successi macroeconomici giudicati “trasformativi”.  

Il traguardo più sbandierato è l’eliminazione del deficit fiscale nel 2024, un risultato ottenuto partendo da una voragine di oltre il 5% del PIL. Questo è stato possibile grazie a una massiccia politica di austerità: la spesa pubblica in termini reali è stata ridotta del 28% nei primi 11 mesi del 2024, tramite tagli severi a ministeri e sussidi. Anche la lotta contro l’iperinflazione ha mostrato un notevole trionfo tecnico, portando l’aumento mensile dei prezzi intorno al 2%, meno di un sesto rispetto all’inizio del mandato.  

Tuttavia, questi risultati sono stati ottenuti al costo di “severe social implications”. La drastica riduzione della spesa ha causato una netta caduta del potere d’acquisto per ampi settori della popolazione , alimentando le tensioni sociali che hanno messo in discussione la sostenibilità futura del programma.

La Fragilità del Peso e la Guerra Politica

Nonostante i successi sul bilancio, il nodo cruciale dell’economia argentina—la carenza strutturale di dollari—non è stato risolto. La moneta nazionale, il peso, rimane “sotto pressione,” e prima del voto si è intensificata la “solita corsa al biglietto verde” per timore di una svalutazione post-elettorale.  

Politicamente, Milei è assediato. Il Congresso ostile ha sistematicamente bloccato le sue iniziative più radicali. A settembre e ottobre 2025, l’opposizione ha per due volte scavalcato il veto presidenziale, preservando i finanziamenti per la disabilità e gli aumenti per l’istruzione e la sanità. Anche riforme chiave, come la limitazione dei diritti del lavoro contenuta nel Decreto di necessità e urgenza (DNU), sono state temporaneamente sospese da un tribunale.  

Il consenso per il partito di governo, La Libertad Avanza (LLA), è in calo a causa della stagnazione economica e di scandali che hanno intaccato l’immagine anti-casta del presidente. L’esito del voto del 26 ottobre, reso ancora più imprevedibile dalla nuova Boleta Única de Papel , definirà se Milei potrà passare dalla fase di shock alla ripresa strutturale, o se sarà condannato a una presidenza reattiva, intrappolato in un Congresso fortemente frammentato e in una continua battaglia per la governabilità.