
I dati usciti ieri
L’inflazione core negli USA ad agosto è rimasta invariata: a comunicarcelo sono i dati PCE usciti ieri, che hanno visto il cambiamento mensile dell’inflazione core al 0,20 % e il PCE core annuale attestarsi al 2,9% come da previsioni.
Ricordiamo che i dati sull’inflazione CORE indicano il cambiamento dei prezzi di beni e servizi ad esclusione di cibo ed energia.
Leggero aumento delle spese personali al 0,6% e del reddito personale al 0,4%.
Come interpretare i dati PCE
Perché questi dati sono così importanti in questo momento?
Dopo le ulteriori preoccupazioni a seguito dei nuovi dazi posti da Trump ieri, il timore principale degli investitori era che i recenti dati macroeconomici molto positivi, tra cui il PIL , in combinazione con l’inflazione già alta, potessero causare un cambio di rotta della Fed per quanto riguarda la politica monetaria.
In ottica delle decisioni future della Fed, vedere l’inflazione stabilizzarsi poco sotto al 3% è un’ottima notizia per gli investitori.
Questi dati mostrano che gli effetti dei dazi di Trump sui prezzi sono limitati e non hanno causato un aumento costante nei prodotti al consumo, questo fattore è visto da Powell sicuramente in maniera positiva , in quanto il presidente della Federal Reserve aveva dichiarato mesi fa di aver bisogno di tempo per valutare le conseguenze delle tariffe commerciali.
La traiettoria futura della Fed
Nonostante l’inflazione non abbia ancora raggiunto il target del 2,0% voluto dalla Fed, la maggioranza dei membri sono favorevoli ad un duplice taglio da 25 punti base entro fine anno, motivato dal calo di nuovi lavoratori e da un tasso di disoccupazione al 4,3%.
Considerando la narrativa attuale della Fed, l’inflazione che rimane stabile lascia più margine per proseguire con una politica monetaria moderatamente accomodante, sempre se i dati sul lavoro non escano alti a sorpresa.