L’offensiva del direttore del NEC contro la cautela della Federal Reserve in un’economia oscurata dalla “nebbia dei dati”.
Mentre Washington riemerge dal più lungo shutdown governativo della sua storia, Kevin Hassett, direttore del National Economic Council (NEC), ha lanciato un messaggio inequivocabile alla Federal Reserve: l’economia statunitense è stata ferita, e l’unica medicina accettabile a dicembre è un taglio dei tassi.
In una serie di interventi coordinati tra la Casa Bianca e i principali network finanziari negli ultimi giorni, Hassett ha delineato quella che appare come la dottrina economica ufficiale dell’amministrazione Trump per il quarto trimestre: ignorare il “rumore” statistico e agire preventivamente contro il rischio di recessione.
“15 Miliardi a Settimana”: La Matematica di Hassett
Il fulcro dell’argomentazione di Hassett è una stima aggressiva dei danni causati dalla paralisi amministrativa durata 43 giorni (dal 1° ottobre al 12 novembre). Parlando ai reporter fuori dalla Casa Bianca, Hassett ha quantificato il costo economico dello shutdown in circa 15 miliardi di dollari a settimana, una cifra che, secondo le stime del Council of Economic Advisers (CEA), ha eroso tra l’1,0% e l’1,5% del PIL annualizzato del quarto trimestre.
Questa valutazione serve a Hassett per smontare la narrativa dei “falchi” della Fed, secondo cui l’economia sarebbe ancora troppo calda per giustificare un allentamento monetario. “Il fatto che la Fed passi da una posizione di tre tagli dei tassi a due, dopo aver ricevuto notizie che dicono in realtà l’opposto [riguardo alla crescita], fa davvero chiedere cosa stiano pensando laggiù”, ha dichiarato Hassett, criticando apertamente la prudenza del presidente Jerome Powell.

La Richiesta: 50 Punti Base (o almeno 25)
Hassett non si è limitato alla diagnosi, ma ha prescritto la cura. Sebbene abbia riconosciuto che un taglio di 25 punti base (0,25%) rappresenti l’attuale “consenso” per la riunione del 9-10 dicembre, ha esplicitamente affermato che una riduzione più sostanziosa di 50 punti base sarebbe “giustificata” data la gravità dello shock fiscale subito dall’economia.
La sua posizione si allinea perfettamente con quella di Stephen Miran, il governatore della Fed di recente nomina “trumpiana”, che ha già espresso dissenso nelle riunioni precedenti favorendo tagli più aggressivi. Questa convergenza tra Casa Bianca e membri dissidenti del FOMC aumenta la pressione politica su Powell, isolandolo nel suo tentativo di mantenere una linea di “gestione del rischio” neutrale.
Navigare nella “Nebbia dei Dati”
Un punto cruciale sollevato da Hassett riguarda l’impossibilità di affidarsi ai dati tradizionali. Lo shutdown ha interrotto la raccolta dati delle agenzie federali, creando una “data fog” (nebbia dei dati) senza precedenti.
- Il rapporto sull’occupazione di settembre è stato rilasciato con sette settimane di ritardo (il 20 novembre), mostrando una creazione di 119.000 posti, ma con una revisione al ribasso per agosto che ha trasformato un guadagno in una perdita netta di 4.000 unità.
- Ancora più critico è il fatto che un rapporto completo per ottobre non sarà mai pubblicato in forma autonoma, rendendo la Fed parzialmente “cieca” proprio nel momento decisivo.
Per Hassett, questa nebbia non è una scusa per l’inazione (come sostengono alcuni membri della Fed come Susan Collins ), ma una ragione in più per agire sulla base della teoria economica: se si rimuove liquidità dal sistema per sei settimane, la domanda crolla, e la politica monetaria deve compensare. Hassett ha liquidato i recenti segnali di inflazione persistente come “movimenti stagionali” o anomalie statistiche, insistendo che il trend di fondo dei prezzi è ormai sotto controllo.
Il Contesto Generale: Una Fed Sotto Assedio
Le dichiarazioni di Hassett arrivano in un momento di estrema fragilità istituzionale per la Federal Reserve. I mercati finanziari, confusi dai segnali misti, assegnano ora una probabilità inferiore al 50% a un taglio dei tassi a dicembre, riflettendo l’incertezza creata dalla frattura interna al comitato.
Mentre Hassett preme sull’acceleratore, l’ala conservatrice della Fed (guidata da Jeffrey Schmid e Susan Collins) tira il freno a mano, temendo che nuovi tagli, combinati con le potenziali politiche tariffarie di Trump, possano riaccendere l’inflazione nel 2026.
In conclusione, Kevin Hassett sta agendo di fatto come un “Presidente Ombra” della Fed. Essendo egli stesso nella short list per sostituire Powell alla scadenza del mandato nel 2026 , le sue parole non sono semplici opinioni esterne, ma anticipazioni di un possibile cambio di regime monetario. Il messaggio per dicembre è chiaro: lo shutdown è stato reale, il danno è fatto, e la Fed non ha più scuse per aspettare.