Il Rappresentante per il Commercio (USTR) statunitense, Jamieson Greer, ha lanciato un avvertimento diretto all’Unione Europea, dichiarando in un’intervista al Financial Times che i dazi europei sull’export americano rimangono inaccettabilmente elevati. Greer ha minacciato che i colloqui commerciali bilaterali, volti a stabilizzare il commercio transatlantico, sono destinati a “stagnare” senza ulteriori e significative concessioni unilaterali da parte di Bruxelles.

La Base del Conflitto: Asimmetria e Nuovi Standard
Nonostante l’accordo politico raggiunto nel luglio 2025 avesse ripristinato una parvenza di prevedibilità nelle relazioni USA-UE , la squadra di Greer giudica l’ultima proposta dell’UE insufficiente. Il punto chiave della disputa ruota attorno alla presunta mancanza di reciprocità tariffaria.
Prima dell’escalation della guerra commerciale, i dazi medi reciproci erano storicamente bassi e simmetrici, inferiori all’1,5%. Tuttavia, l’accordo del 2025 ha fissato un cap del 15% sulla maggior parte delle merci industriali europee (come auto, ricambi, farmaci e semiconduttori) verso gli Stati Uniti, creando di fatto un nuovo e più elevato standard americano.
La lamentela di Greer si concentra prevalentemente sul persistente protezionismo strutturale europeo. Le tariffe MFN medie dell’UE sui prodotti agricoli sono circa l’11,4% (rispetto al 5% applicato dagli Stati Uniti) e possono raggiungere il 30% per i beni più sensibili. L’USTR sta spingendo non solo per l’eliminazione dei dazi industriali, già minimi, ma anche per lo smantellamento di barriere non tariffarie (NTB) e delle protezioni agricole.
La Strategia del “Nuovo Ordine Commerciale”
Questa forte pressione si inserisce nella visione di Greer di un “nuovo ordine commerciale globale”. In questa dottrina, gli Stati Uniti impiegano le tariffe come leva economica per imporre i propri termini e riequilibrare la bilancia commerciale a favore dei produttori americani.
Gli obiettivi dichiarati dell’Amministrazione, a cui le richieste all’UE si allineano, sono ridurre il deficit commerciale statunitense in merci, aumentare il reddito familiare mediano e sostenere il reshoring della manifattura americana. Greer richiede inoltre l’allineamento dell’UE sulle politiche di sicurezza economica e sui controlli delle esportazioni tecnologiche, in particolare nei confronti della Cina.
La Risposta dell’UE e il Rischio di Escalation
L’Unione Europea, pur ribadendo l’impegno a un accordo “che funzioni per entrambi” , ha sottolineato che le relazioni commerciali devono essere guidate dal “rispetto reciproco, non dalle minacce”. Il blocco ha ripetutamente espresso la volontà di evitare una “periodo di dolore” che scaturisca da un ciclo di misure e contromisure.
La minaccia di stallo formulata da Greer, tuttavia, rischia di vanificare la stabilità faticosamente raggiunta nel 2025. Mantenendo alta la tariffa industriale statunitense del 15%, Washington costringe Bruxelles a sacrificare le sue protezioni più sensibili—quelle agricole e le normative—in cambio di una maggiore prevedibilità economica. La costante pressione e la richiesta di tagli unilaterali indicano che il commercio transatlantico rimane su un terreno volatile, con il rischio sempre presente di un rinnovato protezionismo.