Austin, Texas – Quella di oggi non è una semplice assemblea annuale. Gli azionisti di Tesla si riuniscono per un voto cruciale che è, di fatto, un referendum sul futuro dell’azienda e sulla leadership del suo fondatore, Elon Musk. Al centro del dibattito c’è una proposta di pacchetto di compensi, potenzialmente del valore di $1 trilione, che il Consiglio di Amministrazione considera essenziale per garantire la permanenza di Musk.  

Il messaggio della dirigenza è chiaro e perentorio: o si approva il piano, o si rischia di perdere il visionario che ha trasformato Tesla in un gigante da oltre mille miliardi di dollari.  

La Posta in Gioco: AI, Robot e $8.5 Trilioni

Il pacchetto di compensi proposto per il 2025 è legato a obiettivi di performance straordinariamente ambiziosi, che riflettono la nuova ambizione di Tesla di diventare un leader nell’intelligenza artificiale e nella robotica, superando il solo ruolo di produttore di veicoli elettrici. Per sbloccare l’intera remunerazione, Musk dovrebbe portare l’azienda a una capitalizzazione di mercato di $8.5 trilioni entro il 2035.  

I traguardi operativi non si limitano ai mercati finanziari, ma comprendono anche:

  • La consegna di 20 milioni di veicoli cumulativi.  
  • 10 milioni di abbonamenti attivi al sistema di guida autonoma Full Self-Driving (FSD).  
  • La produzione e l’impiego di 1 milione di Robotaxi e 1 milione di robot umanoidi (Tesla Bots).  

Il Consiglio di Amministrazione, nella sua esortazione al voto favorevole, sottolinea come la leadership di Musk sia fondamentale in questo “momento critico” di svolta tecnologica. Lo stesso Musk ha legato l’accettazione del piano alla sua necessità di avere un’influenza di voto “forte” (nella fascia di metà degli anni ’20 in percentuale) per dirigere il futuro basato sui robot dell’azienda.  

La Contesa Legale: Il Fantasma del Delaware

Questo nuovo pacchetto nasce sulla scia di una clamorosa sconfitta legale. Il precedente piano di compenso di Musk del 2018, stimato in $56 miliardi, è stato infatti annullato per ben due volte da un tribunale del Delaware. Il giudice aveva stabilito che il voto degli azionisti non era stato pienamente informato, citando la mancanza di indipendenza del Consiglio di Amministrazione e l’omissione di dettagli sul processo di approvazione del compenso.  

Per sfuggire alle stringenti norme statali del Delaware, Tesla ha risposto con due mosse: una nuova votazione di ratifica sul vecchio compenso e il trasferimento della sede legale in Texas. Quest’ultima è vista come una scelta strategica verso una giurisdizione aziendale considerata più favorevole al management rispetto al Delaware, riducendo l’esposizione al contenzioso azionario.  

Il Fronte degli Investitori: Rischi e Allineamento

Nonostante la forte spinta del CdA e l’alta probabilità di approvazione prevista dai mercati , il pacchetto ha generato una netta divisione.  

L’Opposizione è guidata da influenti società di consulenza come Institutional Shareholder Services (ISS) e Glass Lewis. Si è schierato contro anche il fondo sovrano norvegese (NBIM), uno dei maggiori investitori istituzionali di Tesla, citando preoccupazioni per l’eccessiva dimensione del premio, la diluizione e il mancato contenimento del “rischio di Key Person”.  

Il Supporto, invece, arriva da figure come Ron Baron di Baron Capital, che definisce Musk come “il Key Man per eccellenza” e sostiene che i suoi interessi siano perfettamente allineati con la creazione di valore a lungo termine per gli azionisti.  

Oltre a ratificare il pacchetto di Musk, gli azionisti sono chiamati a votare anche su una proposta separata che autorizzerebbe Tesla a investire in xAI, la società di intelligenza artificiale fondata da Musk.  

Indipendentemente dal risultato odierno, questa votazione rappresenta un momento epocale nella storia aziendale. È un chiaro segnale di quanto l’identità di Tesla sia indissolubilmente legata al carisma e alle ambizioni del suo CEO, anche a un costo potenziale di mille miliardi di dollari.